Tocca a Dybala. Lui sa già come si fa (gol alla Roma)

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Paulo Bruno Exequiel Dybala nasce a Laguna Larga, in Argentina, il 15 novembre 1993. Otto mesi prima, in Italia, un baby prodigio romano aveva fatto il suo esordio in A con la maglia giallorossa. Era infatti il 28 marzo 1993 quando Vujadin Boskov invitò Francesco Totti a un rapido riscaldamento prima di mandarlo in campo contro il Brescia. Non una, ma due-tre generazioni calcistiche separano quindi gli artisti principali di Roma-Juventus, gara faro della Serie A nelle ultimi due stagioni. Il bambino a scuola dal vecchio genio.

A FUROR DI POPOLO Sì, questa volta Dybala è sicuro del posto da titolare, per la prima volta. L’annuncio è di Allegri in persona: «Vi faccio contenti, Dybala scenderà in campo dall’inizio. Così avete il titolo…». Chiuso da Coman nelle prime due partite ufficiali, Paulo ha comunque timbrato in proprio il primo trofeo stagionale della Juventus: è con l’argentino che i bianconeri hanno cambiato marcia a Shanghai, contro la Lazio; giocate di fino e un gran gol. Con l’Udinese, Allegri si è beccato parecchie critiche dallo stesso popolo juventino per aver mandato in panchina l’erede di Tevez, ma se Morata fosse stato al cento per cento è quasi certo che il tecnico avrebbe riproposto in panchina l’acquisto più oneroso dell’era Andrea Agnelli. «Coi giovani bisogna stare attenti a non bruciarli, vanno messi nelle condizioni di crescere sbagliando, senza pressioni», concetto che Max ha più volte ribadito proprio riguardo a Morata. Una “cura” che si è rivelata vincente, visto che lo spagnolo nella scorsa stagione fu tenuto a lungo nell’ombra per poi rivelarsi come autentico trascinatore da febbraio in poi, soprattutto in Champions League.


ALL IN Ma Dybala ha fretta, e allora proverà un personalissimo all in questa sera: caccia alla prestazione super per azzerare ogni gerarchia là davanti. Alla Roma ha già fatto gol lo scorso gennaio: rete d’apertura nell’1-1 in terra di Sicilia. Corre veloce il «21 bianconero», che ha scelto l’Italia (il Chelsea gli offriva valanghe di milioni) per completare la sua crescita professionale. Carattere di ferro, idee chiare e un amore smisurato per l’Argentina. Ha passaporto italiano, Conte gli aveva offerto una «comoda» maglia da titolare in azzurro, lui ha preferito mettersi in competizione coi vari fenomeni a disposizione di Gerardo Martino. A giugno 2016 c’è la Copa America del Centenario, vuole giocare accanto a Messi, ma per avanzare la sua candidatura e competere coi vari Aguero, Tevez, Higuain e Icardi, ha bisogno di una lunga rincorsa in bianconero. E battendo Totti, le prime pagine sarebbero garantite anche a Buenos Aires…

(Gazzetta dello Sport – M. Graziano)

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