Messi a un gol da quota 300. A portata di mano, l’ennesima impresa …

Lionel Messi (Ansa)Lionel Messi (Ansa)

Sempre più in alto, come il Mike Bongiorno dello spot tv della grappa. Lionel Messi, anni 25, 169 centimetri di qualità a disposizione del calcio e delle sue dirette filiazioni, è a un passo dall'ennesimo record della sua carriera stellare. Se stasera dovesse riuscire a fare uno scherzetto al portiere del Celtic, Forster, in occasione della gara numero 3 del girone di Champions League, salirebbe a quota 300 gol segnati in partite ufficiali.

Avete capito bene, 300 perle consegnate alla storia e divise tra Barcellona e Argentina, le uniche due squadre nelle quali ha militato la Pulce atomica, versione extra lusso di un giocatore qualsiasi. Perché Messi va oltre le definizioni di genere. Parli di lui e spieghi le magie del gioco del pallone. Come Pelè e Maradona. Anzi, forse addirittura di più.

1° maggio 2005, nasce il mito. Messi scende in campo con la prima squadra del Barcellona (era in Spagna già da due anni, ma fino all'ottobre 2004 aveva militato nelle formazioni B e C del club catalano) e festeggia la sua pepita numero 1 nella Liga spagnola mettendo a sedere l'estremo difensore dell'Albacete. Messi non è ancora maggiorenne, lo diventerà qualche settimana più tardi, ma lascia già intendere di possedere le virtù del fuoriclasse. Da allora, è un susseguirsi di prodezze da fantascienza. Messi segna come se piovesse e il Barca vince tutto il possibile, in Spagna e in giro per il mondo.

La scorsa stagione, il probabile punto di non ritorno. Ammesso che sia lecito mettere un limite alla classe di un serial bomber. La Pulce atomica realizza 50 reti in campionato, 3 nella Coppa del Re, 14 in Champions League e 6 tra Supercoppa di Spagna, Supercoppa Uefa e Coppa del mondo per club. Totale 73 gol in 60 presenze. Come dire, basta la parola. Anche la stagione in corso promette bene. L'attaccante argentino ha già siglato 15 delizie in 12 gare. E va detto che gli avversari ormai lo conoscono più che bene, per cui non è proprio facilissimo per Messi trovare ogni volta gli spazi per inventare la giocata strappa applausi.

In 9 stagioni di Barcellona A, il mago di Rosario ha fatto centro 268 volte, con una media da brividi di 0,78 gol a partita (ne ha collezionate fin qui complessivamente 341). Messi segna e incanta in terra di Spagna, ma non ha mai smesso di essere speciale anche con la maglia dell'Argentina, pure se in Nazionale non è ancora arrivata la consacrazione definitiva, quella che soltanto un titolo mondiale può regalare.

La Pulce ha esordito nell'Albiceleste il 17 agosto 2005, in occasione di un'amichevole con l'Ungheria. Il primo gol arriva però qualche mese più tardi contro la Croazia, altra amichevole. Come prevedibile, Messi diventa presto un titolare inamovibile. Passano gli allenatori, ma lui rimane al suo posto. Leader giovanissimo di una squadra tra le più forti al mondo. Anche qui, le cose vanno sempre meglio. L'ultimo periodo in Nazionale è da sogno a occhi aperti: 13 gol nelle ultime 9 gare. Con tanto di tripletta al Brasile che vale doppio. Calcolatrice alla mano, il totale dei gol con la casacca dell'Argentina è pari a 31. I conti tornano. Ancora un gol e Messi raggiunge la vetta dei 300. Sempre più in alto, sempre più re di uno sport che fa fatica a stare al suo passo.

Ma c'è di più. Sì, perché si dà il caso che, con la tripletta segnata sabato scorso in campionato contro il Deportivo La Coruna, Messi abbia raccolto numero 71 gol nell'anno solare 2012. Tra Barcellona e Argentina, si intende. E che un certo Pelè sia riuscito nel 1959 a collezionarne 75 tra Santos e Brasile. Record su record, mancherebbero quindi 5 reti per fare meglio del "maestro dei maestri". Messi può farcela. Messi ce la farà.

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Sport, Lionel Messi, Mike Bongiorno, Celtic, Argentina, Barca, Barcellona, Brasile, Pulce, Nazionale, Albacete

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