Gianni Minà: "I gol, Chavez, l’Argentina: auguri, Diego"

Gianni Minà ha raccontato storie di grandi uomini. Muhammad Alì. Fidel Castro. Che Guevara. L'ultimo dipinto del grande giornalista italiano è quello di Diego Armando Maradona che oggi, 30 ottobre, compie cinquantatre anni. Diego, D10S, El Pibe de Oro, il più grande giocatore di ogni tempo.Tuttomercatoweb.com ha deciso di celebrarlo con Minà, che in una raccolta di undici dvd ha raccontato Diego. 'Maradona, non sarò mai un uomo comune'.
Ha un augurio speciale da fargli?
"Ancora non l'ho sentito, lo farò più tardi. Però un augurio speciale ce l'ho: he il mondo degli affari e della politica finiscano di usarlo".
Chiuda gli occhi: le sue fotografie di Maradona, quelle immortali.
"Una è legata ai gol che segnava, non potrebbe essere altrimenti. Come oggi, rivedo quelli della semifinale del Messico '86, contro il Belgio. Due reti incredibili, che hanno sconfitto la gravità, sfidato l'impossibile".
Il Maradona fuori dal campo, ora.
"Lui con Hugo Chavez, in Venezuela, quando andò per la prima volta ad una sua manifestazione pubblica, portando in delirio la gente".
Maradona non è un uomo comune.
"E' uno che si impegna in quella che è la vita del suo continente ed è pure uno dei pochi calciatori che legge tutto il giornale e che sa dare un giudizio su quel che accade del mondo. Forse è per questo che non piace alla stampa".
Un'impressione forte, un'immagine intensa.
"La prima volta che lo vidi lì, ebbi la percezione che lui non fosse soltanto un calciatore ma un leader, piaccia o non piaccia".
Immagini. Parole, adesso.
"C'è una battuta che ha fatto nell'ultima conferenza, ben più che emblematica. Gli ho detto: 'sei come i presidenti progressisti dell'America Latina', tra Argentina, Brasile, Bolivia ed Ecuador. Lui ha detto una cosa interessante: "no; io sono il portavoce, dò voce a chi non ce l'ha". Questo, e molto altro, è Maradona. Auguri, Diego.

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