Tra Friuli e Argentina, applausi per “Va vilote”

UDINE. La villotta è quel canto tradizionale della gente friulana ispirato per lo più all'amore e alla tristezza, alla nostalgia e anche all'ironia. Racconta la storia di quel popolo che, in passato, affrontò l'emigrazione, le guerre, la non facile quotidianità.

Rodolfo Kubik, musicologo, che da Ronchi dei Legionari, nel 1927, è emigrò con la famiglia in Argentina, ha tratto dal vasto bagaglio musicale della villotta una storia del Friuli dando vita a un lavoro, Va vilote puartade dal vint, presentato l’altra sera, nella sua versione integrale, parlata e cantata in lingua friulana, al teatro Giovanni da Udine.

Intanto il titolo, tratto da un verso di Enrico Fruch, poesia pubblicata sul primo numero de La Panarie, rivista di Chino Ermacora, nata nel 1924. Fruch ed Ermacora erano amici e Kubik un loro ammiratore. Lo spettacolo, con la regia di Gianmario Romagnoli, al debutto, è opera del Gruppo folcloristico Chino Ermacora di Tarcento con il patrocinio e il finanziamento di Arlef, Fondazione Crup, Provincia e Comune di Udine e il supporto del Teatro Nuovo. In scena, tra coristi, orchestrali, attori, danzatori e cantanti, quasi 200 persone che danno corpo, vita e anima al lavoro di Kubik. Un lavoro che, musicalmente, mescola due generi musicali: la villotta e i ritmi argentini.

Il primo atto della commedia, introdotto dall'orchestra diretta dal maestro Fabrizio Da Ros, comincia con O ce biel cjscjel a Udin e l'inizio della storia d'amore tra Mariute, interpretata dalla cantante lirica goriziana Diana Mian, e Tunin, il tenore udinese Federico Lepre. Con loro Rosute (Cecilia Bernini), ’Sualde (Claudia De Pian), la spumeggiante Teresine (Giulia Della Peruta), Leo (Velthur Tognoni), Gjovanin (Paolo Bergo), Milio (Pierluigi Dilengite), Minut (Claudio Zinutti). Il secondo atto si svolge in Argentina nella nuova casa di Mariute.

A intonare le numerose villotte inserite nella commedia il coro, il soprano e il tenore, con sorprendenti arrangiamenti. Bella l'atmosfera, evocativa di un mondo lontano che il popolo del Friuli ha vissuto sulla pproria pelle. Il pubblico, numeroso, apprezzato lo spettacolo e tributa agli interpreti frequenti e calorosi applausi.

Silvano Bertossi

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