La tratta del sesso in Argentina

Il Daily Beast ci riportsa la storia di Susana Trimarco e di sua figlia, María de los Ángeles Veron, conosciuta in Argentina come “Marita”, scomparsa nel nulla dieci anni fa senza lasciare alcuna notizia di sé.

DOMANDE SENZA RISPOSTA - La donna, 58 anni, è convinta che vi sia un velo di omertà che copre tutta la storia. Perché i vicini non hanno testimoniato riferendo quanto hanno visto al momento del rapimento? Perché il carpentiere in bicicletta che riferì di un auto rossa con i vetri oscurati sulla quale venne caricata la figlia svanì nel nulla? Tutte domande alle quali le donna non riesce a dare una risposta. Intanto continua a sognare la propria figlia chiedendosi se la rivedrà mai.

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Susana Trimarco, una argentina premiada

An image of Argentine born Cuban guerril

Argentina's President Cristina Fernandez

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TRAFFICO DI ESSERI UMANI - Nei primi anni l’opinione pubblica, così come gli investigatori, si convinsero del fatto che la ragazza fosse svanita di sua spontanea volontà. Del resto il traffico di esseri umani in Argentina non era un reato al momento della scomparsa della 23enne, nell’aprile 2002, probabilmente entrata nel giro della prostituzione. Negli ultimi anni invece la versione più accreditata è quella del coinvolgimento di una banda di trafficanti di esseri umani. Marcelo Colombo, pubblico ministero che si sta occupando del caso, ha spiegato che se da un lato c’è la volontà di fare luce su questa realtà, dall’altro nessuno ha mai fatto qualcosa di tangibile per sgominare il traffico di esseri umani.

 

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LE ACCUSE - La Trimarco è stata nominata grazie al suo coraggio per ricevere il Nobel per la pace ma nessuno è riuscito a darle una mano riguardo al rapimento della figlia. O meglio. Al momento è in corso un processo a carico di sette uomini e sei donne coinvolti a vario titoli nel rapimento di Marita. La difesa della banda si sta appellando al fatto che anche la Trimarco è stata una prostituta in passato e che avrebbe spinto lei la figlia nel mondo della prostituzione con l’aiuto del marito della giovane, David Catalan.

L’INFERMIERA - E Marita è ancora dispersa. Secondo le ricostruzioni dei cinque avvocati della madre la responsabilità principale ricadrebbe su una loro vicina di casa, un’infermiera legata ad un network di trafficanti di umani nella loro città di San Miguel de Tucumán ed in una località di frontiera con il Cile, La Rioja. Martia all’epoca della scomparsa era madre di un piccolo e non voleva averne altri. Allora l’infermiera le ha consigliato di recarsi dal di lei fidanzato a capo di una struttura nel locale ospedale dove avrebbe potuto ricevere una spirale.

LA BRUTTA SORPRESA - Marita andò in ospedale ma scoprì che il fidanzato non era un medico ma un semplice inserviente ed ha visto una segnalazione di polizia che ritraeva la donna in questione con tanto di foto che la indicava come coinvolta in un caso di rapimento di minore. Marita la rassicurò dicendo che non avrebbe avuto mai più nulla a che fare con l’infermiera e che avrebbe avuto il dispositivo nel locale reparto di maternità il giorno dopo alle nove e mezza del mattino.

MIRTA BROWN - Ciò che accadde il 3 aprile non è ancora chiaro. Marita svanì ed il testimone, secondo la madre, è stato ucciso dai rapitori della figlia. Qualche mese dopo la scomparsa chiamarono da Adelantos, una piccola cittadina nei pressi di Tucuman, parlando di una donna sotto effetto di stupefacenti che vagava da giorni per la città. La polizia la rintracciò, disse che il nome era Mirta Brown e la fecero partire con il primo pullman. Secondo la madre poteva essere Marita, visto il suo cognome, Veron, e che probabilmente l’ha pronunciato male per via degli stupefacenti.

LA MISSIONE - Secondo la Trimarco la polizia sembra abbia fatto di tutto per ostacolare le indagini rivolgendo il proprio sguardo sempre in direzione contraria rispetto alle evidenze del caso. A quel punto decise di agire in prima persona travestendosi da prostituta e girando i bordelli della sua città. Nel giugno 2002 la Trimarco incontrò una donna specializzata in traffico di esseri umani e venne accolta in una casa dove 12 ragazze erano tenute in ostaggio. Ognuna di loro costava 900 dollari. La donna finse interesse, avvertì la polizia che intervenì salvando le ragazze.

IN SPAGNA? - In un’altra operazione svoltasi nell’ottobre 2002 la donna, in compagnia di tre giornalisti cileni, fu vittima di un agguato a colpi di pistola dal quale riuscì a scampare. In 10 anni ha restituito centinaia di ragazze alle loro famiglie, ma con il passare del tempo si è capito che potrebbe esserci un legame neanche troppo nascosto tra la sparizione delle giovani ed il coinvolgimento delle autorità. Jorge Tobar, a capo della squadra investigativa, ipotizzò che la ragazza venne inviata in Spagna. Da lì più nulla.

E’ VIVA - Il marito di Marita, Daniel, morì a causa della depressione mentre Tobar, che lasciò le indagini nel 2010 dietro consiglio di un medico, ritiene che la donna sia ancora viva proprio grazie all’impegno della mamma, impegno che ha reso la donna troppo preziosa per ucciderla. Oggi, secondo Tobar, Marita si trova in Messico, nelle vicinanze del confine con gli Usa. Una degli imputati del processo, tale Lorena, ha detto di aver parlato varie volte con Marita, la quale sentiva la mancanza della figlia di tre anni. Tutte circostanze che confermano la versione della madre della giovane. Marita è viva, da qualche parte, forse schiava del sesso, ma pronta per tornare a casa nonostante l’indifferenza politica dell’Argentina. (Photocredit Lapresse / Daily Beast)

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