Fame e dolce vita, informazione e diffamazione

di Valentin Ipuche

(fonte immagine: www.pagina12.com.ar)

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Giovedì 29 Novembre la Presidente dell’Argentina Cristina Fernández de Kirchner, da Buenos Aires in collegamento video satellitare, ha testimoniato per poco più di due ore alla sala 6 del Tribunale Italiano, presso il giudice Elena Scozzarella, in un processo da lei avviato nel 2008 per diffamazione contro il Corriere della Sera.

In quell’anno la Presidentessa aveva partecipato a un vertice FAO a Roma per la lotta alla fame. Secondo Maria Egizia Fiaschetti, in un articolo sul Corriere intitolato “Fame e dolce vita”, la Kirchner in quell’occasione avrebbe fatto un intenso shopping tour nella capitale italica nel quale avrebbe acquistato gioielli da Bulgari per il valore di centomila euro e altri articoli di lusso.

La Presidente si è detta “addolorata e indignata” in quanto “nella realizzazione dell’articolo c’è stata malizia: non si cercava di dipingere frivolezza ma ipocrisia”.

Sul banco degli imputati sedevano la giornalista in questione e l’allora direttore del quotidiano Paolo Mieli.

La deposizione della Kirchner non ha lasciato spazio a dubbi, poiché ha esposto tutte le mete del suo percorso in quel giorno e mezzo: un incontro con l’ex Presidente del Brasile Lula de Silva, un ricevimento in Vaticano, la riunione della FAO, una visita a una comunità religiosa, una riunione con residenti argentini e una cena con funzionari. Inoltre ha specificato che tutti gli spostamenti erano concordati con gli organi di custodia conferite dal governo Italiano e si svolgevano tutti da punto a punto.

La Presidente è stata assistita dal giudice federale Claudio Bonadío, magistrato competente nella procedura di richiesta di cooperazione internazionale, secondo le norme del trattato che entrambi i paesi hanno sottoscritto nel 1987.

In Italia vige ancora l’implicazione penale per diffamazione mentre in Argentina è stato proprio il primo governo di Cristina Kirchner nel 2009 ad escludere la prigione per questo reato.

È previsto che il processo si protrarrà per due anni circa. Fonti del governo Argentino hanno dichiarato che nel caso la giustizia opterà per un risarcimento, questo sarà devoluto ad associazioni benefiche.

Siamo in un periodo in cui l’Europa si occupa poco di rivolgere l’occhio verso un Sudamerica in controtendenza con le politiche economiche della Troika. È quindi curioso che quando la Presidente dell’Argentina ha dichiarato che le politiche del FMI sono recessive e che continuerà nella sua linea keynesiana, questo ha avuto la stessa risonanza mediatica che un suo shopping tour.

Fonti: www.pagina12.com.ar

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  • Valeriu D.G. Barbu

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