ESCLUSIVA PIANETAGENOA – Hernan Crespo: "Milan-Genoa …

Di campioni così ne nascono uno ogni dieci anni. Lui sa di esserlo, sa di averlo dimostrato nei suoi quasi vent'anni di carriera professionistica, costellati non da 273 gol, ma da ben “323 – come ha voluto scherzosamente precisare - contando dai miei inizi in Argentina a quelli in Nazionale”. E' un campione in tutto: in campo e fuori, nell'orgoglio e nell'umiltà, nella professionalità e, come tutti noi gli auguriamo, nel suo futuro da allenatore. Tutto questo è Hernan “Valdanito” Crespo, doppio ex di Genoa e Milan, intervistato in esclusiva da Pianetagenoa1893.net per introdurci al meglio verso l'incontro tra Diavolo e Grifone di questa sera.

L'annata al Milan le fruttò 11 gol in 28 presenze in Serie A e una storica rincorsa verso la Champion's League, durante la quale firmò ben 6 reti, due delle quali nell'incredibile finale di Istanbul contro il Liverpool. Qual è il suo ricordo dell'esperienza in rossonero?
Quell'anno è stato semplicemente uno spettacolo. Ho avuto la possibilità di far parte di una società incredibile, formata da grandi campioni e che non lasciava niente al caso. Per me, arrivare dall'Argentina e giocare con la stessa maglia che aveva indossato un idolo come Van Basten, è qualcosa di più di un onore. E' stato un traguardo importante. Quell'anno fu troppo bello. Come ho detto molte volte: troppo bello per essere vero. E infatti è andata come è andata..

Al Genoa trovo una realtà totalmente diversa. Era l'anno dell'Europa League e, nonostante i problemi fisici, collezionò 16 presenze e 5 reti in campionato, più altre due firme in Europa.
E' stato un bellissimo periodo quello trascorso a Genova. Venivo da tre anni di Inter, nei quali conquistammo tre titoli di fila. Avevo perso il gusto della vittoria della singola partita: lo stesso popolo nerazzurro aveva lo sguardo unicamente verso il traguardo finale. In rossoblù ho ritrovato la gioia, la festa di una singola vittoria. E poi condividere l'Europa con il popolo genoano è stato fantastico: lo stadio, in casa o in trasferta, era sempre pieno di nostri tifosi. Sono stai sei mesi molti intensi. Dopo l'eliminazione dalla coppa, la società ha deciso di cambiare e puntare su Acquafresca e Suazo. Nel frattempo, era arrivata l'offerta dal Parma al quale non potevo proprio dire di no, data anche la situazione che si era creata.

Tra i suoi 273 gol in carriera...
No (ride..ndr), a me risultano 323 da quando ho intrapreso la carriera da professionista. Non mi ricordo quanti in A, quanti in Argentina, ma mi ricordo che sono 323.

Pardon. Non sempre ci si può fidare di Wikipedia. Dicevamo: tra i suoi 323 gol in carriera, uno in particolare è rimasto ben impresso nei ricordi dei tifosi rossoblù. Quel “golasso” nella sfida contro il Valencia di David Villa.
Era il gol della speranza. Ci mancava solo un gol per poter passare il girone, ma poi Scarpi ha sbagliato il rinvio e Villa ha chiuso i conti. Succede nel calcio. E' stato bello vivere la sensazione di quel gol, di aver riscaldato lo stadio da quella fredda serata di dicembre e aver riacceso le speranze nostre e dei tifosi.

Tornando all'attualità, il periodo dei rossoneri è forse il più buio degli ultimi anni.
Il loro è stato un inizio molto complicato. Penso che la stessa società sia stata già al corrente di affrontare una stagione difficile, ma forse non fino a questo punto. Si è risentito fin troppo delle assenze di Thiago Silva e Ibrahimovic, nonostante il loro indiscutibile valore. E' diventato un alibi per la squadra. E' vero che erano capaci da soli di rivolvere molti partite, ma i soli 7 punti fin qui raccolti mi sembrano un po' esagerati. Lo sostengo essendo a conoscenza delle capacità dei rossoneri. Sono convinto che riusciranno a riprendersi e tornare a lottare per i primi cinque posti, ma per farlo ci vuole una reazione decisiva, un cambio di mentalità.

Passando al Genoa, De Canio è stato esonerato dopo la rocambolesca sconfitta interna con la Roma. E' Delneri l'uomo giusto per riportare il Grifone in carreggiata?
Ho visto la partita con la Roma e devo dire che la squadra rossoblù non mi è dispiaciuta per niente. Solo che poi sono rimasti senza “gamba”. Hanno tenuto botta e poi sono crollati, facendo venire fuori la squadra di Zeman e non sopportando la pressione del doppio vantaggio. Non posso negare che l'esonero di De Canio mi abbia sorpreso, pur non conoscendo la situazione da dentro. Non credo che sia stato mandato via in base a quella partita, forse c'era già qualcosa che ha indotto Preziosi a cambiare. Quanto a Delneri, nell'altra sponda di Genova ha fatto benissimo: questo vuol dire tanto. Conoscere la città e l'ambiente è un bel vantaggio. Spero in una riscossa del Genoa, ma anche di Delneri che, dopo l'esperienza con la Juventus, avrà una gran voglia di riscatto. Lui è lavoratore nato e a Genova ci sono tutti i presupposti per fare bene.

In avanti si sfideranno due promesse del calcio italiano: El Shaarawi e Immobile.
El Shaarawi sta approfittando di una situazione anomala in casa rossonera e sta facendo la voce grossa. Immobile sta pagando il primo contatto con la realtà della Serie A e chissà che tra l'ambiente movimentato del Genoa e altre situazioni non si sia trovato a suo agio. Tuttavia, sono convinto che uno capace di segnare così tanti gol in B non trovi troppe difficoltà nella massima serie. Ci vorranno tempo, errori ed esperienza per crescere.

Qual è il consiglio del campione per un campioncino in erba come Immobile?
Bisogna avere pazienza e continuità nel lavoro. Sarà dura, ma dev'essere consapevole dei suoi mezzi: in questa vita nessuno ti regala niente. Dovrà contare sulle sue capacità e restare sempre umile. Queste difficoltà iniziali non lo devono assolutamente condizionare, anzi.

E invece che partita sarà Milan-Genoa?
Prevedo molta tensione da tutt'e due le parti. Sarà il match del riscatto per i due allenatori, per i giocatori e per le società. Mettendo le formazioni sullo stesso piano, sulla carta vincerebbe il Milan. Però la situazione è molto controversa. In genere, il Genoa deve dare il 100% per battere i rossoneri, ma siccome nessuna delle due squadra è al top, è difficile fare una previsione. Staremo a vedere.

Qual è la sua previsione su questo campionato?
Credo che la Juventus sia sopra a tutte le altre squadra. Il Napoli è la formazione che si avvicina di più: ha cambiato poco e sa cosa vuole l'allenatore. E poi di seguito le altre. La Juventus ha dimostrato di essere la più forte superando l'incognita di Conte lontano dalla panchina negli incontri ufficiali: nonostante questo, stanno dimostrando tutto il loro valore.

Il livellamento verso il basso del nostro campionato è sotto gli occhi di tutti. Il lato positivo però è il maggiore spazio concesso ai giovani: sono loro la speranza per riportare in auge la Serie A?
Si, ma ci vuole la pazienza di farli giocare, di farli sbagliare. Si è presentata questa necessità di cambiamento che le dirigenze hanno dovuto affrontare a causa della situazione economica. Tempo fa la gente spendeva dei soli per vedere dei grandi campioni che sapevano fare la differenza; oggi li spendono per vedere uno spettacolo dove niente è scontato, ma dove i grandi campioni si riveleranno con il tempo.

Per concludere, cosa farà Hernan Crespo da grande?
Sono all'ultimo anno del master per il corso d'allenatore. E poi spero di iniziare il prima possibile e intraprendere questa nuova avventura nel mondo del calcio.

Daniele Zanardi

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