Dietro la figura di Francesco: ombre e dichiarazioni

di Leonardo Sartori

Il neo eletto Jorge Mario Bergoglio (Fonte: montevideo.com.uy)

All’indomani dell’elezione del nuovo vescovo di Roma, Jorge Bergoglio, vengono pubblicati i primi commenti su un personaggio non troppo conosciuto internazionalmente, ma che ha avuto un ruolo importante all’interno del suo paese d’origine, l’Argentina.

La scelta del nome Francesco è stata accolta con grande allegria da parte del mondo cattolico, richiamando il ritorno alle origini della Chiesa e alla sua semplicità. E’ risaputo infatti che il neo eletto gesuita ama il contatto con il popolo; è sempre stato critico nei confronti delle disuguaglianze sociali in Argentina, definendo la povertà una violazione dei diritti umani. E’ considerato anche un personaggio ecclesiastico semplice, che si sposta attraverso mezzi pubblici e autosufficiente nei lavori domestici.

In Vaticano è visto come progressista, forse per la sua apertura all’utilizzo dei preservativi, a differenza del predecessore Ratzinger, il quale a Yaoundé (Camerun) dichiarò che “l’AIDS non si vince con i preservativi”. Progressista secondo i canoni vaticani, ma non di certo al passo coi tempi. Sono molteplici, infatti, le sue dichiarazioni che lo rendono decisamente poco innovatore in ambito di uguaglianza di genere, riluttante all’esistenza di coppie omosessuali, nonché forte oppositore dell’aborto ed eutanasia, che descrive come atti appartenenti alla “Cultura della morte”.

DONNE. Il 4 giugno 2007, a Buenos Aires, il cardinale Bergoglio afferma che “le donne sono naturalmente inette ad esercitare carichi politici”, facendo riferimento alla candidatura alla presidenza dell’Argentina di Cristina Fernández de Kirchner, oggi presidente, con la quale il neo papa ha sempre avuto un rapporto molto freddo e critico. Il discorso seguiva, sostenendo che “l’ordine naturale dei fatti ci insegna che l’uomo è l’essere politico per eccellenza; le Scritture ci dimostrano che la donna è da sempre di appoggio all’uomo, pensatore e costruttore, ma niente più di ciò”. Infine aggiunge che “Bisogna aver memoria. Ci fu una donna come Presidente della Nazione, e tutti sappiamo cosa successe”, collegandosi alla presidenza di Estela María Martínez de Perón. A fronte di queste parole, le organizzazioni di diritti umani e organizzazioni femministe risposero con forti critiche.

LGBT. Le tensioni tra Bergoglio e Kirchner si intensificarono esponenzialmente nel 2010, quando l’Argentina approvò la legge che sancisce il diritto di matrimonio e l’adozione alle coppie dello stesso sesso. In  tale occasione Bergoglio inviò una lettera ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires, in cui invitava a combattere questa “guerra di Dio”. Guerra che fu vinta dal governo della Kirchner.

Legami tra papa Francesco e dittatura argentina (Fonte: esp.rt.com)

DESAPARECIDOS. Un’altra questione che grava sulla figura di papa Francesco è quella dei desaparecidos argentini durante la dittatura della giunta militare tra il 1976 e 1983. Nel primo giorno di papato, l’organizzazione Abuelas de Plaza de Mayo (Nonne di Plaza de Mayo), ricorda che il cardinal Bergoglio ammise che sapeva dell’appropriazione di bambini durante la dittatura; egli dichiarò infatti come testimone nel giudizio per il Piano Sistematico di appropriazione e nella mega accusa della Scuola di Meccanica dell’Armata (ESMA), dove avvenivano torture contro dissidenti. Horacio Verbitsky, giornalista argentino, presiede il CELS (Centro di Studi Legali e Sociali) ed è un esponente di Human Rights Watch; si è occupato a lungo del cardinal Bergoglio, soprattutto per quanto riguarda la sua relazione con la dittatura argentina. L’accusa che gli rivolge è che il cardinale consegnò ai militari due sacerdoti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, i quali furono torturati per diversi mesi. Finita la dittatura, dall’Uruguay Yorio si mise in contatto con Verbirsky, al quale disse che “Bergoglio non fece nulla per aiutarli, bensì tutto il contrario”. Il papa argentino ha sempre sostenuto che fece di tutto per i preti sequestrati e mise la faccia per molti di loro. Questo spiegherebbe gli incontri tra Bergoglio e il dittatore Videla. Nei libri di Verbitsky “El Silencio” e “El doble juego”, il giornalista ha pubblicato diversi documenti tra cui segnalazioni dell’allora padre provinciale dei gesuiti (Bergoglio), coi quali consegna ai militari i sacerdoti Yorio e Jalics.

PEDOFILIA. Infine, per quanto concerne la tematica-scandalo che investe ultimamente la Chiesa, il neo eletto ha affermato che la “Pedofilia è una perversione che un prete può portare in sé prima di essere ordinato” e che quindi “bisogna stare attenti alla selezione dei candidati al sacerdozio”.

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