Volley, Italia dalla panchina corta? Fatica senza i titolari, show dei …

L’Italia ha ufficialmente terminato la propria preparazione alla Coppa del Mondo di volley maschile. Weekend libero per gli azzurri che poi lunedì partiranno alla volta del Giappone dove dall’8 settembre partirà la caccia alle Olimpiadi 2016.

Dopo la convincente prova al debutto, l’Italia è incappata in una sconfitta nella rivincita concessa all’Argentina (clicca qui per la cronaca). A Verona il CT Chicco Blengini ha giustamente optato per rivoluzionare il sestetto titolare, per capire come stavano le riserve teoriche visto che nel Sol Levante si andrà ad affrontare un vero e proprio tour de force: 11 partite in 15 giorni, alcune contro squadre di seconda fascia dove sarà importante far riposare i big.

In effetti è saltato un po’ fuori il problema di una panchina corta e inferiore alla formazione tipo, anche se va fatto notare che i carichi di lavoro svolti durante il ritiro sono stati pesanti e che naturalmente non tutti gli uomini hanno la stessa amalgama tra loro come invece può averla il sestetto pensato per staccare il pass per Rio 2016.

 

Si è fatta sentire in maniera decisiva l’assenza di Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena, due pilastri irrinunciabili e fondamentali per scardinare anche le migliori squadra. Lo Zar aveva dominato in gara1, il ruolo di opposto gli calza a pennello e lo motiva ulteriormente a fare bene. La Pantera si è ben integrata in gruppo e può dire concretamente la sua. Considerando che non era in campo nemmeno il capitano Simone Buti, ci siamo ritrovati con metà squadra non titolare.

Simone Giannelli ha così faticato in cabina di regia, pagando anche un leggero scotto fisico in un match molto intenso e anche lungo sotto il profilo temporale. La coppia Piano/Anzani al centro è tra le migliori ma deve trovare quel feeling adatto, come quella composta da Lanza e Antonov di banda: Oleg si è messo in luce, Pippo meno coriaceo rispetto ad altre occasioni in un incontro comunque ben tenuto. Luca Vettori da opposto deve essere una valida alternativa a Zaytsev, per concedere riposo al titolare e per dare un contributo in fase di rinnovamento.

 

Come detto ieri, una rondine non fa primavera. Né ci si doveva esaltare dopo il primo successo, né ci si deve preoccupare dopo la prima sconfitta. L’importante, in queste due sfide all’Albiceleste del guru Julio Velasco, era quella di vedere a che punto stava questa Italia dopo le note vicende extra-campo e fare delle prime valutazioni in ottica Coppa del Mondo. Tra dieci giorni ci aspetta il Canada, prima di 11 avversarie per sognare Copacabana.

 

(foto FIVB)

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