A 361 giorni di distanza l’Ecuador torna a perdere una partita. Lo fa, come il 2 giugno scorso contro l’Argentina, subendo quattro gol, ma per fortuna della Tri si tratta soltanto di una gara amichevole. Amichevole, viene quasi da dire, di lusso. Perché a Boca Ratón, Florida, terra di palme e pensionati al mare, si affrontavano due delle prime dieci nazionali del ranking Fifa: l’Ecuador, appunto, e la Germania. Occasione, per i primi, per mettersi alla prova contro un avversario di tutto rispetto in vista delle gare contro Perú e Argentina, che potrebbero avvicinare ancora di più i mondiali brasiliani del 2014; per i secondi, orfani di tanti protagonisti della finale tutta teutonica di Wembley, per sperimentare in tutta tranquillità, testando giovani e giocatori fin qui poco utilizzati.
Tutte le belle parole della vigilia sul livello raggiunto dalla Tri rischiano di suonare quanto meno ridicole dopo la prima mezzora. Bastano nove secondi perché i tedeschi si portino avanti: calcio d’inizio, gli ecuadoriani passano il pallone indietro finché Achilier non commette l’errore che regala a Podolski il gol più veloce nella storia della nazionale tedesca. Al quinto minuto Lars Bender raddoppia, aiutato da una difesa abbastanza svagata. Poi va a segno ancora Podolski, che già aveva segnato alla Tri ai mondiali 2006, e al 24′ anche il solitamente attento Banguera completa l’opera lasciandosi sorprendere da una conclusione da fuori area dell’ottimo Bender. Un’ottima mezzora dei ragazzi di Löw, al termine della quale anche gli avversari cominciano a dare qualche segno di vita, arrivando talvolta ad impensierire Adler, ma intestardendosi troppo spesso con dribbling impossibili e impraticabili soluzioni personali. Caicedo, costretto ad uscire per infortunio, mette Rueda in apprensione (nulla di grave, si scoprirà dopo). Prima di andare negli spogliatoi, poi, Antonio Valencia segna il gol del 4-1 con un tiro da fuori.
La ripresa è tutta un’altra cosa: la Germania, forse paga del risultato raggiunto nel primo tempo, non si fa praticamente più vedere lontano dalla propria metà campo, mentre l’Ecuador attacca e mette finalmente alla prova il portiere dell’Amburgo. Montero e Valencia si fanno pericolosi sulla fascia e le occasioni non mancano. Per il gol del 4-2 bisogna però attendere l’84′, quando il capitano Walter Ayoví insacca su punizione. C’è ancora tempo per un invasione di campo da parte di un uomo vestito solo delle sue mutande e per un gran tiro di Quiñónez prima che l’arbitro, in concomitanza con lo scoppio di una sorta di tempesta tropicale, fischi la fine.
I secondi quarantacinque minuti, anche considerato lo stato di rilassatezza della Germania, possono tutto sommato rassicurare Rueda sulla consistenza della sua squadra. E non è detto che anche la prima mezzora non possa tornare utile ai suoi, come monito a non ripetere certi errori madornali. Ora altra amichevole, contro la LDU Quito, poi si farà sul serio e non sarà più permesso sbagliare.
Tabellino:
Ecuador - Banguera; Paredes, Achilier (66′ Guagua), Erazo, Ayoví; Noboa (59′ P. Quiñónez), Castillo (70′ Saritama), Valencia, Montero (80′ De Jesús); Caicedo (35′ Ibarra), Benítez (59′ Rojas). All: Rueda
Alemania - Adler; Howedes, Mertesacker, Westermann, Draxler (55′ Hunt); Jansen, Bender, Sam (69′ Schurrle), Neustadter; Podolski, Kruse. All: Löw
Arbitro: Ricardo Salazar (USA)
Ammoniti: Paredes (58′); Reinartzd (75′), Westermann (83′)
Gol: 1′ Podolski, 5′ Bender, 16′ Podolski, 24′ Bender, 45′ Valencia, 84′ Ayoví
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