Trieste: velista solitaria a 70 anni, dall’oceano alla Sacchetta

TRIESTE Una prima volta partendo dalle isole Antille Olandesi per raggiungere le coste del Portogallo. Poi transitando lungo il Capo di Buona Speranza nell’estremità meridionale del Sud Africa. In una parola solcare il fascino e il mistero delle acque dell’Oceano Atlantico.

Navigando in solitario a bordo di una imbarcazione di 32 piedi. È l’impresa riuscita ad Aurora Canessa, una velista davvero speciale, che ha da poco tagliato il traguardo delle 70 primavere e che da alcuni anni a questa parte ha deciso di sfidare se stessa e di confrontarsi con l’ignoto.

Saint Martin, nelle Antille Olandesi

Argentina di Buenos Aires, ma di chiare origini italiane (il nonno era originario di Rapallo in Liguria), Aurora da alcuni giorni è sbarcata a Trieste, ospite della Lega Navale Italiana, dove racconterà in un incontro pubblico la sua incredibile esperienza. La passione per il mare c’è sempre stata, ma la vera svolta nella sua vita arriva nel ’92, quando decide di comprarsi un’imbarcazione in legno e di raggiungere le isole Falkland (o Malvine), teatro dieci anni prima di un sanguinoso conflitto tra Argentina e Regno Unito.

«Tutti mi avevano detto che sarebbe stato impossibile, ma invece sono riuscita a portare la mia presenza di rispetto verso coloro che in quel luogo, su entrambi i fronti, hanno combattuto e perso la vita» racconta con emozione. Ed è proprio in quel momento che nella mente di Aurora scatta qualcosa. «Ho capito che dovevo realizzare un progetto che sentivo dentro di me: non riuscivo a pensare alla mia vita senza una barca e senza navigare in solitario. Mi ero resa conto che soltanto in questo modo potevo essere veramente felice».

Le isole Falkland

I preparativi iniziano nella primavera del 2010, quando risale le coste del Brasile fino a raggiungere Saint Martin nelle Antille Olandesi dove mette a punto la sua imbarcazione “Shipping”. Poi, nel maggio del 2011, la partenza vera e propria lungo l’Atlantico con arrivo un paio di mesi più tardi a Cascais in Portogallo. Ma non sono mancati i momenti difficili, come l’uragano incrociato alle Canarie o l’improvviso black-out dell’imbarcazione, motore in avaria compreso, nel bel mezzo del Triangolo delle Bermuda. Eventi superati grazie alla fede e alla forza di volontà.

«Non puoi iniziare una navigazione se prima non porti a termine un percorso interiore - precisa Aurora -. Per veleggiare in solitario serve un allenamento fisico ma soprattutto mentale: è un’esperienza umana unica e irripetibile che ti cambia la vita e ti porta a contatto con l’energia sprigionata dal mare, mentre le cose materiali passano inevitabilmente in secondo piano».

Un'immagine della Polinesia

Aurora Canessa (senza aiuti e sponsor, ma solo contando sulle proprie forze, ci tiene a precisare) ha poi navigato anche lungo il Pacifico, attraverso Nuova Zelanda, Australia, Polinesia e Isole Fiji. In mare trascorre nove mesi all’anno: la parte restante torna a casa dove conduce una piccola impresa di recapito postale.

Più recenti le navigazioni lungo il Mediterraneo: dalla Spagna ai Balcani, passando ovviamente per l’Italia, fino a Trieste. «Una città che vedo per la prima volta ma che mi è piaciuta subito - conclude Aurora -. D’altronde amo l’Italia e mi sento italiana a tutti gli effetti». Il prossimo obiettivo e il sogno ancora da realizzare? «La prossima tappa sarà la Grecia, mentre il sogno... è quello che sto vivendo ogni giorno».

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