Tango-bond, Tfa: se tutto ok risparmiatori in vacanza con soldi

Roma - Dopo quasi 15 anni dal default si chiude il contenzioso fra l'Argentina e gli oltre 50mila risparmiatori italiani che avevano investito nei "Tango Bond", i titoli di Stato argentini, e che non avevano accettato le due successive ristrutturazioni del 2005 e del 2010.

L'accordo fa seguito ai negoziati tra l'Argentina e la TFA finalizzati alla conclusione dell'annosa questione e segna un significativo passo in avanti nella risoluzione dei problemi del debito sovrano dell'Argentina.

Stock ha aggiunto che la Tfa non chiederà ai risparmiatori italiani alcun rimborso delle spese sostenute nel lungo procedimento contro l'Argentina.

L'Argentina definirà tutte le richieste fondate sul diritto internazionale relative alle obbligazioni in default detenute dagli individui rappresentati dalla TFA per un pagamento in contanti pari al 150% dell'importo originario in conto capitale di tali obbligazioni. A questo proposito, il Banco Central, la banca centrale argentina, ha trovato un accordo con un gruppo di banche private per un prestito da 5 miliardi di dollari, che porterà le riserve in valuta estera a circa 30 miliardi di dollari (HSBC, JPMorgan Chase e Santander che forniranno un miliardo ciascuna e Deutsche Bank, BBVA, Citibank e UBS che presteranno 500 milioni). La Task Force Argentina - che aveva riunito i piccoli investitori italiani scottati dal default del paese sudamericano nel 2001 - festeggia, dopo 14 anni di battaglie.

"Siamo molto lieti di aver raggiunto un accordo preliminare che rappresenta il primo passo nella normalizzazione dei rapporti tra l'Argentina ed i mercati finanziari internazionali". L'accordo è soggetto all'approvazione da parte del Parlamento argentino, a cui verrà presentato nel corso della prossima convocazione l'1 marzo 2016.

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