SS LAZIO | Almeyda: "Fontanini è un centrale forte con grandissima …

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Il Calciomercato scalda i motori. Matias Almeyda, in diretta ai microfoni di Radio IES, descrive Fontanini e consiglia la Lazio: “Fontanini l’ho chiesto io per il mio Banfield. E’un centrale forte con grandissima tecnica. Non è velocissimo ma è un ottimo difensore, ho letto che è stato giudicato grasso ma non è assolutamente vero, è facile essere ingannati perchè è molto possente a livello di muscolatura, è come Puyol. Se dovessi consigliare due difensori alla Lazio non avrei dubbi. German Pezzella e Nicolas Tagliafico. Io se fossi un club Italiano prenderei subito Funes Mori, è un attaccante fortissimo, il più forte che c’è in Argentina tra poco diventerà uno dei migliori al mondo. Qualche anno fa consigliai Lamela alla dirigenza della Lazio, prima che esplodesse e lievitasse il prezzo del suo cartellino”

Almeyda non ha mai fatto mistero della voglia di tornare in Italia, sognando la Lazio che continua a portare nel cuore: “Adesso sono concentrato sul campionato di clausura che inizierà tra poco. Sono felice al Banfield ma aspetto sempre una chiamata dall’Italia. Il mio sogno è quello di tornare alla Lazio. Ho grande rispetto per Pioli che sta facendo un grande lavoro, io lavoro e aspetto. Sono prontissimo per tornare in Italia come allenatore. Sono cambiato molto, il passaggio da calciatore alla panchina non è semplice, adesso mi sento pronto. Ho tanta voglia di venire in Italia poi se fallirò mi rimandino pure in Argentina. Ma sono sicuro che quando tornerò non fallirò. A me piace il gioco offensivo. Domenica non ho potuto vedere la partita perchè ero in viaggio. Cosa deve fare la Lazio per tornare a vincere a Milano? Devo tornare io (ride, ndr). Quando giocavo con quella maglia lo facevo da tifoso, davo tutto sul campo sempre ed in ogni partita. La mia Lazio era piena di Argentini, e andavamo in campo giocando come fratelli pronti a difendersi in ogni circostanza, magari non uscivamo la sera ma in campo eravamo fratelli. Io ogni partita venivo ammonito e spesso per difendere i compagni, soprattutto quelli più giovani, in alcuni episodi magari con gli avversari. Se succedeva qualcosa ad un compagno in campo, noi eravamo subito lì. Mancini, ad esempio, non faceva passare nulla agli arbitri. Io ho avuto la fortuna di giocare con lui, è un vincente. Uno dei più forti calciatori che l’Italia abbia mai avuto. Per noi più giovani era un esempio, un leader induscusso con i suoi comportamenti e con i suoi atteggiamenti. Io non volevo lasciare la Lazio. Avevo rinnovato il contratto da due mesi, poi sono dovuto andar via per consentire l’arrivo di Crespo. La Lazio per me è sempre stata casa mia non sarei mai voluto andar via”

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