Non poteva trovare modo peggiore, il Boca Juniors, per celebrare i 100 anni della sua ininterrotta permanenza nella massima divisione argentina: la squadra fondata da un gruppo di immigrati italiani del quartiere bonaerense della Boca (che a sua volta prenderebbe il nome dal borgo genovese di Boccadasse) è stata infatti battuta 6-1 dal San Martin, una delle più pesanti batoste della sua gloriosa storia, che ha indotto l’allenatore Carlos Bianchi a scusarsi pubblicamente con i tifosi.
«A tutti i sostenitori del Boca esprimo il mio rammarico per questa sconfitta che non meritano: la squadra e io proviamo vergogna per come siamo stati battuti, perché questo risultato non solo ci ferisce ma ci costringe a ripensare molte cose», scrive Bianchi in una lettera aperta. «Da adesso concentreremo i nostri sforzi sulla Copa Libertadores», assicura.
«È molto triste, non avevamo mai subito niente del genere», ha commentato dal canto suo il difensore Clemente Rodriguez. Che però ha aggiunto: «Dobbiamo sollevare la testa e continuare a lavorare per la Coppa». Nella nona giornata del campionato di chiusura - che ha visto anche la sconfitta casalinga, per 4-1, della squadra per cui fa il tifo Papa Francesco, il San Lorenzo, ad opera del Racing Club - il Boca è stato travolto dal San Martin, grazie anche ad una tripletta dell’attaccante colombiano Humberto Osorio. Dell’ uruguaiano Santiago Silva, su rigore, il gol della bandiera dei 24 volte campioni d’Argentina (e sei volte del Sudamerica, con la Copa Libertadores).
In classifica il Boca - assieme all’Independiente unica squadra argentina a non essere amai retrocessa - è ora 17°, con otto punti, frutto di una vittoria e cinque pareggi; seguito, a sette, dal San Martin. Fondato nel 1905, il club di Buenos Aires fu promosso nella massima divisione il 13 aprile 1913. Quella di ieri, proprio nel giorno del centenario, è stata la peggiore sconfitta dopo il 7-2 subito ad opera del Rosario Central nel 2003; in precedenza il Boca era stato battuto 6-0 dal Gimnasia La Plata nel 1996 e 6-1 dal San Martin di Tucuman nel 1988.