Rota: "Argentina terra di affari"

Non c’è dubbio che l’Argentina sia uno dei principali serbatoi di talenti del calcio mondiale. Il quarto pallone d’oro consecutivo di Lionel Messi e gli esempi di Tevez, Aguero, Higuain e Milito potrebbero fungere da indicatore valido per affermare che il calcio argentino è floridissimo. Nonostante questo la realtà sembra essere più complessa.
Storicamente l’Europa ha sempre rappresentato per l’Argentina la destinazione finale per i suoi più straordinari giocatori. In passato, i club argentini avevano capito che dovevano investire le seppur esigue risorse economiche nella scoperta, nella formazione e nell’allenamento dei talenti per poi rivenderli al miglior offerente nel vecchio continente. La maggior parte degli argentini era portata in Europa dopo essersi affermata nei migliori club del campionato. I calciatori erano venduti al miglior offerente in seguito a milionarie aste al rialzo. Questa politica portava benefici economici al calcio nazionale, nonostante le cifre incassate per i talenti ceduti non rappresentassero esattamente il loro reale valore, ma fossero di gran lunga superiori (ricordo ad esempio i casi di D’Alessandro, Ortega, Aimar).
Oggi lo scenario di mercato è completamente cambiato ed i club europei hanno trovato una via più breve ed economica per portare a casa nuovi talenti: le società acquistano calciatori in tenera età, facendo leva sui genitori, offrendo loro un lavoro e una casa dove stare, a condizione di iscrivere i loro figli alle proprie scuole calcio/settori giovanili. Molti club europei hanno aperto apposite agenzie per la scoperta dei giovani talenti, le cui qualità sono testate e valutate direttamente in loco. Il mercato europeo si è stancato di pagare tanto il “prodotto pronto” e preferisce investire direttamente nella formazione del talento (politica che porta sicuramente maggiori profitti e minori uscite di cassa).
Le ripercussioni di questo fenomeno non sono mancate nel calcio albi-celeste: i club, ormai impoveriti di talenti e di introiti economici, hanno perso competitività nella Libertadores e nella Copa Sudamericana. Avere successo in argentina oggi non è più un compito facile neppure per i club più prestigiosi come Boca e River, per cui la crisi ha accentuato la fuga dei giocatori verso l'estero. Le pressioni mediatiche ed economiche sono enormi e c’è meno materiale su cui lavorare. Sono i tempi per le politiche intelligenti di austerità e di sana gestione. Anche in Argentina, come in Italia, i club che si abitueranno a sopravvivere con budget limitati ed a programmare a medio lungo termine avranno la meglio.

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