Renzi vola da Macri in Argentina per rilanciare gli affari dopo 13 anni

Il premier Matteo Renzi. (Ansa)Il premier Matteo Renzi. (Ansa)

Matteo Renzi lascia per due giorni i dossier interni e vola in Argentina per una missione di due giorni - lunedì e martedì - con una parola d'ordine: rilanciare i rapporti dopo 13 anni di 'stand-by' nelle relazioni tra Roma e Buenos Aires, accantonate dalla politica peronista e 'latinocentrica' di Cristina Kirchner. Ma anche dal caso tango bond - risolto solo qualche giorno fa - che ha rappresentato una spina nel fianco nel dialogo tra due Paesi vicinissimi (in Argentina si contano oltre 900mila passaporti tricolori). Renzi sarà il primo leader europeo ad atterrare sulla terra del Rio della Plata, bruciando sul tempo il collega francese Francois Hollande (atteso qui tra una decina di giorni). E sarà il primo premier ad esplorare la nuova Argentina, quella di Mauricio Macri, che promette un’era liberista, incentrata su rinnovati rapporti e legami con l'Europa e i suoi partner.

Renzi e Macri si conoscono da tempo, da quando entrambi indossavano la fascia di primo cittadino, uno di Firenze, l'altro di Buenos Aires. E da Palazzo Chigi è partito uno dei primi messaggi di congratulazioni alla vittoria elettorale di Mauricio, il presidente di origini italiane il cui padre, Franco, tanti anni fa partì dalla Calabria per fondare da queste parti un vero impero dell'edilizia. Una carta che Renzi intende giocare per piantare la bandierina in un paese con grande potenzialità per le imprese italiane, dall'energia alle infrastrutture. Aprendo la strada al sistema Italia - già presente con tanti gruppi, da Fiat a Pirelli, da Enel a Trevi, da Techint a molte pmi - e spingendo su quello che al premier piace chiamare il 'soft power', la crescita delle eccellenze italiane all'estero. E che ha già fatto da filo conduttore in America Latina nell'autunno scorso, con le tappe in Bolivia, Cile, Perù e Cuba. Con il presidente del Consiglio in Argentina dovrebbero esserci - tra gli altri - anche rappresentati di Fs, Cdp e Finmeccanica. La chiusura del caso tango bond (anche se resta ancora da superare l'ok del parlamento argentino al rimborso dei 50mila risparmiatori italiani che non aderirono alle ristrutturazioni del 2005 e 2010) ed i progressi nei negoziati per chiudere il contenzioso con i 'fondi avvoltoio' americani, contribuiscono a rendere il terreno favorevole.

L'attesa tra la comunità imprenditoriale italiana nel Paese è alta. L'agenda di Renzi è fitta. Fatta di incontri istituzionali, come quello alla Casa Rosada di martedì mattina. Ma anche di faccia a faccia 'privati' e amichevoli con Macri (in programma una cena informale nella sua residenza fuori dalla capitale). E di appuntamenti 'italiani': la visita al cantiere che vede il gruppo Ghella in prima fila nel progetto di sotterramento della ferrovia di Sarmiento, una passeggiata forse nel quartiere italiano della Boca, un intervento alla Dante Alighieri, un altro alla scuola Cristoforo Colombo. Renzi, che arriverà in Argentina con il suo vecchio 'Air force one', deludendo le aspettative di chi pensava che questa tappa fosse l'occasione per sfoderare il nuovo superjet, potrebbe anche cogliere l'occasione per un contatto con Eduardo Eurnekian, il magnate cui fa capo la società aeroportuale di Firenze e Pisa, per un confronto sui progetti per gli scali. E c'è anche chi scommette che Macri potrebbe dare un benvenuto particolare all'amico Matteo: la promessa di rimettere sulla piazza di fronte al palazzo presidenziale la grande statua di Cristoforo Colombo rimossa da Cristina Fernandez de Kirchner, mettendo fine ad una lunga e controversa vicenda.

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Techint, Cdp, Cristoforo Colombo, Cristina Fernandez de Kirchner, Fiat, Ghella, Francois Hollande, Italia, Eduardo Eurnekian, Air, America del Sud, Finmeccanica, Ferrovie dello Stato, Dante Alighieri, Pirelli, Enel, Mauricio Macri, Matteo Renzi, Governo

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