L’ARRESTO DI PRIEBKE
Polizei, polizei e la mia intervista
all’aguzzino termin con il suo arresto
Raggiunto a Bariloche l’ex SS venne preso dall’Interpol
mentre, a casa sua, parlava con l’inviato del Corriere
Priebke al suo arrivo in Italia (Proto)
un ricordo che non canceller mai, anche perch stata una delle interviste pi imprevedibili della mia vita professionale. Il criminale nazista Erich Priebke, esecutore per ordine di Herbert Kappler dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, si trovava da decenni nascosto nel sud dell’Argentina, a Bariloche. Villaggio che sembrava una cartolina della Baviera, ma con valli e laghetti incantati, dove Walt Disney aveva inviato i suoi sceneggiatori per il film Bambi. Un innocentissimo Bambi era proprio il simbolo di quella citt a ridosso delle Ande.
Priebke si era rivelato da solo perch, con estrema arroganza, aveva rilasciato una breve intervista ad una tv americana, confermando la sua identit. Era l’inizio di maggio 1994, poco dopo la morte di Ayrton Senna durante il Gran premio di Imola. Ai funerali del pilota, in Brasile, era andata la collega di Repubblica Emanuela Audisio, che il giornale giustamente, subito dopo, dirott su Bariloche. Quando il Corriere mi telefono per chiedermi di provare a intervistare Priebke, partii ben consapevole del fatale ritardo. Riuscii ad entrare a casa di Priebke il giorno dopo che la collega della Repubblica era riuscita a intervistarlo. Sperai che il criminale nazista potesse dire qualcosa di aggiuntivo. Invece, ripet pi o meno le stesse cose. Che amava l’Italia, che non era capace di far male ad alcuno, che aveva soltanto eseguito gli ordini. Il consueto copione. Non sapevo neppure se la mia storia sarebbe stata pubblicata sul giornale, quando suonarono alla porta. La moglie di Priebke, dopo aver risposto, arriv trafelata nel tinello, dove stavo conducendo l’intervista, e, in tedesco, grid Polizei! Polizei, aggiungendo in uno spagnolo per me comprensibile: Erich, ti avevo detto di non parlare. Sei un incosciente, un pazzo.
Ricordo il volto dell’ex aguzzino. Rosso, forse emozionato, poi improvvisamente pallido. Alz lo sguardo e mi disse: Signor Ferrari, sono spiacente, ma sono costretto a interrompere la nostra intervista. Gli agenti dell’Interpol, arrivati per arrestarlo, furono di poche parole. Prepari in fretta le sue cose, dissero. Prima di rivolgersi a me con un Chi lei?. Un giornalista italiano, risposi. E che cosa ci faceva in questa casa?. Un’intervista. Chi le ha dato l’indirizzo?. L’ho letto sui giornali. Il giorno dopo la notizia dell’arresto di Erich Priebke, mentre stava dando un’intervista al Corriere della Sera, fu l’apertura di tutti i telegiornali italiani e fece il giro del mondo.