Pereyra, divenuto un titolarissimo della Juventus anche a causa dei tanti infortuni, ringrazia Allegri: "Gli devo tanto, mi ha dato fiducia".
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Fin qui è stata una delle note più liete di questa stagione bianconera. Arrivato quasi sotto silenzio dall'Udinese la scorsa estate, infatti, Roberto Pereyra ha prima conquistato la Juventus per poi entrare stabilmente anche nel giro della Nazionale argentina.
Il diretto interessato, intervistato da 'QS', ovviamente vive quindi con entusiasmo il momento e ricorda: "Nessuno mi ha regalato niente. Devo dire grazie alla mia famiglia. A casa lavorava solo mio padre, quando non lo faceva, non si mangiava Gli sarò sempre grato, senza di loro non sarei arrivato da nessuna parte. Dove abita Tevez è ancora più dura, ma il calcio ha salvato anche me".
Pereyra quindi racconta i suoi inizi in Argentina: "Un giorno mi hanno inserito in una rappresentativa di Tucumano, dove sono nato, ci hanno portato a giocare a Mar del Plata, mi hanno visto e così ho iniziato con i Cadette di San Martino. Lì mi hanno visto gli osservatori del River e mi hanno fatto il contratto, il primo da professionista. Avevo 17 anni. A scoprirmi è stato Esnaider".
Dal River all'Udinese il passo è stato breve: "Sergio Furlan, il mio amico procuratore, un giorno è arrivato e mi ha detto che c'erano gli osservatori dell'Udinese. Non immaginavo di andare così lontano. Non parlavo, dopo una settimana volevo già tornare a casa, non mi trovavo bene. Devo ringraziare Sergio Furlan e la mia fidanzata Carolina, mi hanno sostenuto".
Poi ecco la grande occasione: "Mi allenavo duramente, Cristian Battocchio mi ha dato una mano, mangiavamo insieme con le famiglie, piano piano iniziavo ad ambientarmi. Quando si è infortunato Isla, 6 mesi dopo il mio arrivo, ho iniziato a giocare con continuità e non mi sono più fermato. Giocavo esterno destro, nel ruolo che oggi alla Juve ricopre Lichtsteiner nel 3-5-2, a centrocampo posso fare tutto quello che mi chiede l’allenatore".
Allenatore che oggi si chiama Allegri: "Mi ha dato fiducia, eppure quando sono arrivato sapevo che non avrei giocato tanto, perché arrivavo in un centrocampo pieno di campioni che aveva vinto 3 scudetti consecutivi. Quando c'è stata l'opportunità ho risposto, ma ho fatto semplicemente il mio dovere. Allegri ci ha trasmesso serenità, la Juve è una grande squadra, qui c’è un bel gruppo, la fiducia e la mentalità".
Nessun dubbio infine su quale sia stata la sua migliore partita con la Juventus: "Contro il Borussia al ritorno. Devo migliorare, fare più gol, sto lavorando, l’importante è che la squadra stia vincendo. Sorteggio Champions facile? Non scherziamo. Da fuori dicono che è facile, ma nel calcio e in particolare in Europa non c’è niente di facile. Il Monaco è una grande squadra, tutti pensano che sia fatta, sarà dura".
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