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Aumentano campi, appassionati e spettatori. Racchetta alla mano, un nuova disciplina sogna tanto in grande tanto da immaginarsi un giorno antagonista dello stesso tennis
Paddle, un successo dopo l'altro. Il Masters chiude la stagione
ROMA - Il paddle fa sul serio. Dalla Spagna all'Argentina, arrivando quasi per caso in Italia, in meno di un anno sembra avere trovato la forza per costruire una strada in parallelo con il tennis. Il primo campo a Bologna, il secondo a Roma, poi Milano, poi il boom. Da zero a cinquemila tesserati in undici mesi, oggi non esiste circolo sportivo che non abbia messo in piedi il progetto per la costruzione di un campo da paddle. Gianfranco Nirdaci, coordinatore nazionale della federazione affiliata alla Federtennis, ha dato vita a un lavoro capillare lungo tutta la penisola per allargare al massimo i confini di questa disciplina. Un successo dopo l'altro per una stagione che si chiude l'ultimo sabato di novembre con il Masters di Roma. Organizzata da Fabrizio de Romanis, uno dei manager più vicini alla Federazione paddle nella promozione del gioco in Italia, la manifestazione si svolgerà sui campi dell'Happy Fitness World e vedrà sfidarsi otto coppie per il maschile (Serafino/Anticoli; Sinisi/Aitor Pujol; Spanò/Agnini; Spector/Lopez; Burzi/Catenacci; Ticca/Reina; Pupillo S./Pupillo A.; Verde/Tofani) e quattro per il femminile (Pollacci/Camorani; Venuti/Ventura; Giannetta/Celata; Ceglia/Guglielmi). "Si segue il meccanismo classico del Masters di tennis - spiega de Romanis - giocatori divisi in due gironi, i primi due di ciascun raggruppamento giocheranno semifinali e finale. A questo torneo si è arrivati stilando una classifica a parte, frutto dei migliori risultati ottenuti in quelli che sono stati considerati i primi quattro slam del paddle, due giocati a Bologna, uno a Milano e uno a Roma in concomitanza con gli Internazionali di tennis dello scorso maggio". Il torneo che chiude la stagione agonistica mette un punto su una corsa sportiva che ha visto crescere giorno dopo giorno il numero di appassionati, praticanti e maestri (a ottobre si è svolto il primo corso nazionale) tanto da trasformare il Masters nella prima pietra di un progetto ben più grande. "Questo torneo - racconta de Romanis - serve anche a una riflessione più approfondita sulla linea d'indirizzo da dare all'intero movimento italiano. Agli ultimi mondiali la nostra rappresentativa femminile ha conquistato il quarto posto, la nazionale maschile ha chiuso al sesto: stiamo crescendo anche dal punto di vista agonistico. Ora serve uno scatto in più. Ne ho parlato con il coordinatore nazionale Nirdaci, l'idea è quella di trasformare i campi dove si gioca il Masters in una vera e propria accademia del paddle italiano. È arrivato il momento di investire non solo sulla passione del momento ma anche sui ragazzi che sempre più si stanno avvicinando a questo sport". "È stato un anno nel quale abbiamo avuto il piacere di ricostruire dalle basi un movimento a cui non è mai mancato l'entusiasmo - ha concluso Nirdaci - abbiamo avvicinato tanti imprenditori che stanno investendo nel paddle, formato le prime figure professionali come gli istruttori di primo grado, modificato i regolamenti rendendoli omogenei alle linee guide della Federazione Italiana Tennis, partecipato a un mondiale, ottenendo risultati impensabili. Ci sentiamo di essere davvero all'inizio di un'avventura".
28/11/14 12:20