ROMA, 13 luglio - Con Juan Forlin del Boca Juniors, seguito prima dal Catania e ora nei piani della Lazio, Nicolas Otamendi è stato il difensore che ha raccolto più elogi durante il Torneo Clausura: ha vinto lo scudetto con il Velez Sarsfield, è entrato nel giro della nazionale argentina, è stato applaudito dal ct Diego Maradona («Lo metto tre gradini sopra ai giovani stopper che ho visto negli ultimi tempi») ed è entrato in lizza per la convocazione al mondiale del 2010 in Sudafrica. E’ un centrale che ricorda, per struttura muscolare e caratteristiche di gioco, l’interista Walter Samuel. E non è un caso che i collaboratori di Massimo Moratti abbiano già chiesto informazioni sul giocatore ai dirigenti del Velez, ma a farsi avanti è stata anche la Lazio, pronta a investire ancora in Argentina dopo la brillante intuizione avuta su Mauro Zarate.
Ventuno anni, nato il 12 febbraio 1988 a General Pacheco, nella provincia di Buenos Aires, Nicolas Otamendi è un difensore roccioso, bravo nell’anticipo, attento in marcatura: non concede varchi, ha senso della posizione e una concentrazione che non scende mai sotto i livelli di guardia. Il suo scopritore è stato Hugo Tocalli, adesso sulla panchina del Colo Colo, in Cile: un allenatore molto preparato, che dal 2005 al 2007 aveva guidato la nazionale argentina under 20.
Tocalli gli ha aperto la strada del professionismo poco più di un anno fa, quando lo fece esordire contro l’Arsenal Sarandi (3-3), mandandolo in campo a due minuti dalla fine del primo tempo al posto dell’infortunato Gaston Ricardo Diaz. Una breve e veloce apparizione, in attesa di tornare a lavorare con la squadra Primavera. Tocalli l’ha lanciato, ma è stato l’attuale tecnico del Velez, Ricardo Gareca, cinquantuno anni, ex centravanti, 116 gol in 334 partite, a puntare con decisione su Otamendi dalla terza giornata del Clausura. Subito titolare nella vittoria (2-1) in trasferta contro il Tigre, sfruttando l’assenza del cileno Waldo Ponce, bloccato da uno stiramento. E da quel momento (era il 22 febbraio), Gareca non l’ha più tolto. Otamendi non è stato mai neppure sostituito e si è rivelato uno degli artefici della conquista dello scudetto. L’ultimo trionfo del Velez risaliva al 2005, quando la squadra biancoblù si era aggiudicata il Clausura, trascinata da Rolando Zarate (fratello di Mauro e autore di sette gol) e da Lucas Castroman, ex Lazio e Udinese.
Otamendi ha collezionato una serie di prestazioni brillanti, dimostrando di avere già la personalità per guidare il reparto. Ha dominato l’area di rigore ed è risultato una pedina decisiva per il trionfo del Velez. Ha superato tanti esami. E sempre con grande autorevolezza. Non ha fatto segnare Boselli dell’Estudiantes, ha bloccato Fabbiani e Falcao del River Plate, ha cancellato Palermo e Palacio del Boca Juniors, ha ingabbiato Formica e Da Silva del Newell’s Old Boys, ha arginato la velocità e i dribbling di Pastore e De Federico dell’Huracan. E proprio contro la squadra allenata da Angel Cappa, nell’ultima giornata, grazie al gol di Maxi Moralez all’83’, ha festeggiato il primo posto in classifica del Velez.
Il 20 maggio, prima ancora di mettere in cassaforte il Clausura, Otamendi era stato chiamato in nazionale da Diego Maradona, che l’ha schierato nel blocco dei titolari nell’amichevole con Panama (2-0). Più avanti il ct dell’Argentina l’ha riproposto dall’inizio nella gara con l’Ecuador, persa per 2-0 e valevole per le qualificazioni al mondiale del 2010. Accanto a gente come Samuel e Demichelis, Maradona è convinto di farlo crescere e maturare. Nel Velez, invece, ha quasi sempre fatto coppia con Sebastian Dominguez, ventotto anni, che ha giocato anche in Brasile nel Corinthians e in Messico nell’America. Otamendi è alto un metro e 81 per un peso-forma di 77 chili. E’ sicuro e puntuale nelle chiusure e negli appoggi, con grande freddezza si disimpegna in area di rigore. E’ una garanzia anche sui colpi di testa e si muove già come un leader: merito suo se il Velez ha vinto lo scudetto con la migliore difesa del campionato: solo tredici gol subiti in diciannove giornate. L’unica sconfitta l’ha rimediata a La Plata contro il Gimnasia (1-3).