Novembre, il mese più “viola” per visitare Buenos Aires

 

Da qualche giorno Buenos Aires si è tinta di viola. Sono fiorite le jacarande, ed è un momento magico, non solo perché significa che la primavera è finalmente arrivata (dopo un’insolita quantità di pioggia), ma anche perché all’improvviso la città si colora di nuove sfumature. 
Il colore acceso dei fiori delle jacarande, il verde intenso degli alberi e il profumo di jazmines che vola nell’aria a sorpresa, cancellando per un momento l’asprezza del traffico caotico, rinvigoriscono la città, nella sua massima bellezza e vitalità, durante questa stagione illuminata dal sole.

Così, nel bel mezzo delle trafficosissime avenidas porteñas, spicca un nuovo colore, dolce e forte allo stesso tempo, che invade la città. Le jacarande sono ovunque: sbucano tra le chiome verdi degli alberi dei parchi, costeggiano i marciapiedi dei grandi viali, imbelliscono i giardini, e colorano angoli anonimi di strade secondarie.
"En noviembre, Buenos Aires florece", diceva lo scrittore argentino Julio Cortazar, convinto che Buenos Aires fosse l’unica città che fiorisce in un mese determinato, Novembre appunto, quando le jacarande cambiano la fisonomia della città, colorandola di viola. Solo il cherry blossom, lo sbocciare dei ciliegi in Giappone nel mese di Marzo, può vagamente ricordare la sensazione di svegliarsi una mattina e ritrovarsi all’improvviso circondati da una fioritura generosa, quasi miracolosa.
Sarà per questo che quando Cortazar viveva in Europa, sceglieva sempre il mese di Novembre, piovoso e freddo nell'altro emisfero, per tornare a Buenos Aires. In effetti, lo splendore di questi alberi merita un viaggio. A tutti quelli che mi chiedono quale sia la miglior stagione per venire in Argentina, suggerisco proprio questa, per il clima caldo ma piacevole, per il turismo ancora limitato, per le mille possibilità che offre la città in questo periodo dell’anno, ma anche e solo per godere dello spettacolo delle jacarande, che sbocciano prodighe in tutto il paese.

La loro fioritura dura poco, ma emoziona molto. Personalmente, mi commuovo davanti a tanto creato, davanti a quel viola-celeste intenso che lascia senza parole. Infatti intorno alle jacarande sembra che regni il silenzio, una sorta di atmosfera ovattata, pacifica. Non è insolito vedere gente che cammina affascinata a testa in su, chi facendo fotografie, chi semplicemente ammirando, o seduta sotto gli alberi a contemplarne la bellezza, a bere un mate all’ombra dei suoi fiori dolci, adagiata su quel tappeto viola che pian piano si va formando quando i fiori cominciano a cadere. E allora anche sui marciapiedi sembra proprio che il cielo si specchi nelle vie della città, e per magia scompaiono spazzatura e sporcizia, principali boicottatrici delle strade portegne. 

C’è chi dice che i fiori siano celesti, e chi invece sostiene siano viola, ma i fiori delle jacarande hanno una tonalità speciale, inconfondibile, unica, nobilissima. Sembrano fatte con la seta, o con la carta, o forse con il taffetà.

La jacaranda è un albero originario della selva tucumana, che si estende al nord dell’Argentina. Al principio del ‘900, si cominciarono a includere specie native anche nelle città, soprattutto grazie all’opera del famoso paesaggista francese Carlos Thays, che, arrivato in Argentina nel 1889, per progettare un parco privato a Cordoba, finí per vincere il concorso come direttore generale del disegno di parchi e paesaggi della città di Buenos Aires. 
Da allora Thays non lasciò più l’Argentina, dove si stabilì per disegnare la maggioranza delle piazze e dei parchi di numerose città. Nella capitale, oltre a fondare il magnifico Jardin Botanico, e ad altri progetti, Thays disegnò i verdi Bosques de Palermo, dove questa mattina le jacarande brillavano quasi orgogliose della loro naturale magia, che sembra invitare a vivere la giornata con un tono diverso, facendo dimenticare per un momento le false priorità, e ricordando invece che la vita è fatta anche di colori, natura e splendide fioriture. 

“Al este y al oeste, llueve y lloverá, una flor y otra flor celeste del jacarandá Una flor y otra flor celeste…Del jacarandá” canta la canzoncina di Maria Helena Walsh, che a molti argentini riporta indietro nel tempo e ai fiori celesti che colorano le loro città. 

 

 

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