Beatificare un prete argentino ucciso dalla dittatura potrebbe essere una delle prime scelte prese da Papa Francesco.Argentino e francescano, Carlos de Dios Murias, classe 1945, si ispirava alla teologia della liberazione e fu intimidito varie volte prima di essere torturato e ucciso dal regime. Monsignor Angelelli, che lo aveva ordinato, celebrò il funerale attaccando i militari. Dopo due settimane, in un “incidente”, l’auto del vescovo si ribaltò e anche lui morì.
Nel 2011, la magistratura si è finalmente messa in moto per indagare come se quello di Murias fosse stato un omicidio, e proprio allora il cardinale Bergoglio ha firmato la causa per la canonizzazione di Carlos de Dios Murias. Nonostante di tempo ne fosse passato, ha dovuto gestire con delicatezza la candidatura.Carlos era prete scomodo non solo all’oligarchia ma anche per molti religiosi argentini, che lo osteggiarono perchè troppo impegnato socialmente. E ancora nel 2011 un nutrito gruppo di vescovi argentini non sembrava essere d’accordo.In Argentina, i cosiddetti “conservatori popolari”, più vicini alla destra peronista che ai nuovi progressisti latinoamericani, erano e sono in molti. E tra loro c’è lo stesso Bergoglio, diretto erede spirituale di Wojtila.Sarebbe senz’altro un gesto di rottura da parte di Papa Francesco, quello di beatificare Murias. Non solo il vescovo di Roma condannerebbe così apertamente la dittatura argentina tra il 1976 e il 1983, ma si discosterebbe anche dall’ala conservatrice della chiesa, la stessa che lo ha eletto in conclave.
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