Maria Antonella, una ragazza argentina di 19 anni si è lasciata morire di fame, era arrivata a pesare solo 31 Kg. conseguenza dell’anoressia.
A nulla è valso l’accorato grido di aiuto del padre della ragazza, la Magistratura Argentina al quale il padre si era rivolto, vista la maggiore età della ragazza e l’impossibilità di somministrare le cure adeguate, non ha potuto far nulla. La ragazza viveva con la madre e la nonna, l’intero nucleo famigliare era profondamente religioso, tranne il padre separato da vari anni per l’incompatibilità caratteriale.
Di fatto si è consumata una disgrazia all’interno di una famiglia convinta che Dio può curare ogni malattia senza bisogno di nessun intervento esterno: la fede in Dio può tutto! La ragazza sostenuta dalla madre, infatti, ha sempre rifiutato ogni tipo di intervento medico finalizzato a salvarle la vita. Già nell’età adolescenziale Maria Antonella aveva avuto crisi psicotiche, la madre era convinta che lo stato di quiete subentrato in seguito alla fase acuta della malattia, era opera di Dio in realtà si trattava solo di fasi di stato all’interno delle crisi deliranti. E’ questo il classico caso in cui l’idea delirante del singolo diventa il modo di pensare dell’intero gruppo.
E’ un luogo comune dire: quando nasce un bambino nasce un genitore, è vero ma essere semplicemente genitore ed essere genitore consapevole di quanto il futuro dei figli è nelle proprie mani è ben diverso. Il ruolo dei genitori nella genesi dei disturbi alimentari psicogeni è innegabile, i genitori inevitabilmente trasferiscono il proprio personale modo di essere sui figli attraverso l’educazione. La madre ad esempio, dall’anamnesi emerge essere una madre molto attenta ai bisogni corporali della figlia del tipo: ”Devi mangiare perché hai fame” oppure “devi coprirti perché hai freddo” anziché privilegiare i bisogni emotivi. In questo modo alla bambina è offerto il riconoscimento delle sensazioni già impacchettato e non ha l’opportunità di imparare a riconoscere il suo personale stato di bisogno. Nel caso di Maria Antonella la madre è andata oltre, non solo ha negato la fisicità e l’emotività ma ha anche costruito le credenze spirituali, mettendo, di fatto, la ragazza nell’impossibilità di contrastare i convincimenti materni.
Se alla struttura di personalità materna si aggiunge la cultura di un paese a forte connotazione spirituale, tutto diventa più chiaro.
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