Serbatoi d’ossigeno nello spogliatoio, preparazione nelle camere ipobariche, sbarco a La Paz a poche ore dal fischio d’inizio, 8 giocatori nuovi rispetto alla formazione che ha travolto il Venezuela gioved: il piano di battaglia in parte funziona e l’Argentina limita i danni nei temutissimi 3.600 metri dell’Hernando Siles. Contro la Bolivia finisce 1-1. Al vantaggio di Martins risponde Banega, nel primo tempo. La albiceleste sale cos a quota 24 punti, conservando con una certa tranquillit la testa del girone di qualificazione a Brasile 2014. Non proprio tranquilla la gara di Leo Messi, infastidito e nervoso per tutta la partita. Nell'intervallo avrebbe anche vomitato negli spogliatoi.
Leo Messi braccato da due difensori boliviani. Afp
VARIANTI —
Sabella rivoluziona la squadra rispetto alla formazione-tipo dell’ultimo periodo. La ricetta contro la carenza d’ossigeno un baricentro basso, con il tentativo di compattare le linee, provando a sorprendere con la velocit di Palacio, Messi e Di Maria una Bolivia sbilanciata. Il ricordo del 6-1 nel 2009 ancora vivo e Sabella prova a esorcizzarlo con una difesa a cinque, del tutto inedita. In mezzo, con Campagnaro, ci sono Basanta, abituato alle altitudini del campionato messicano, e Dominguez. Sui laterali Clemente Rodriguez e il promettente classe ’92 Gino Peruzzi (Velez). In mezzo Mascherano e Banega, a cui si aggiunge Di Maria.
DIFFICOLTA’ —
Ma la ricetta non che funzioni molto. I laterali sono troppo bassi e la squadra si fa schiacciare dai boliviani, che a tratti sembrano andare a velocit doppia. Attendere e ripartire non nel dna argentino e si vede. Al recuperare palla, Banega e Mascherano non trovano soluzioni ai lati. La Verde percepisce la paura degli avversari, aggredisce e cerca spesso la soluzione da fuori. Il doriano Romero partecipa alla resistenza salvando un gol fatto di Bejarano in avvio. La risposta argentina sta in un bel contropiede di Di Maria, con Palacio che spreca a tu per tu con Galarza. Messi non si accende, calcia alle stelle una punizione da posizione invitante e a ogni accelerazione sembra volersi gestire per tenere i 90’.
BOTTA E RISPOSTA —
Ma l’anello debole, nonostante la difesa folta, dietro. Bastano pochi minuti ai boliviani per capire che possono colpire a destra, alle spalle di un Clemente Rodriguez in grande difficolt. E al 24’ si materializza il vantaggio: cross da quella parte e colpo di testa vincente di Martins, attaccante del Gremio, ex Shakhtar. Il vantaggio meritato, ma scuote la albiceleste, che chiude il tempo in avanti. Di Maria sbaglia un gol facile di testa, poi sfiora il palo con un sinistro da fuori. La giocata che rid ossigeno agli argentini arriva prima dell’intervallo: Messi lavora un buona pallone e apre per Rodriguez, che si fa perdonare l’amnesia difensiva pennellando il cross per il primo gol in nazionale di Banega.
LEO NON C’ —
Nella ripresa l’Argentina non cambia assetto, ma gioca con maggiore fiducia e prende il comando del gioco. I limiti di boliviani vengono a galla, ma gli argentini continuano a giocare con deficit di fiato. Messi intermittente e si lamenta, ma lui ad avere le palle-gol migliori, a 5’ dalla fine. Clamorosa quella fallita a tu per tu con il portiere: non da lui. Finisce 1-1 e i giocatori abbandonano in fretta il campo. Meglio tornare a terra il prima possibile.
Emiliano Pozzoni
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