Il Liceo Classico “Giulio Perticari” di Senigallia parteciperà con alcune classi degli indirizzi Economico-Sociale e Scienze Umane al progetto School of memories. A scuola di memorie, costruire il passato per pensare il futuro, promosso dall’ A.P.S. Tra-mare culture, sponsorizzato dall’ Università per la Pace di Ancona e patrocinato dall’ Ambasciata Argentina di Roma.
Il 27 gennaio, per il giorno della memoria, l’istituto ospiterà il testimone di una storia distante per lo spazio che separa il nostro paese dal subcontinente americano eppure vicina per il tempo dei fatti accaduti e per il coinvolgimento di tanti Italiani in quelle terre emigrati. Il testimone, Roberto Calamita ex-prigioniero politico italo-argentino vittima della dittatura civico-militare Argentina del 1976, parlerà della sua vicenda e di memorie al plurale, di genocidi e di testimonianze. Qual è il legame tra queste storie lontane nello spazio e nel tempo? Innanzitutto bisogna ricordare che la memoria è maestra, insegna a costruire ed interpretare il presente, si parlerà, infatti, Qual è il legame tra queste storie lontane nello spazio e nel tempo? A mio avviso il legame va cercato in una memoria maestra, (una memoria che insegna a costruire ed interpretare il presente), in una storia che si ripete, quasi sempre con gli stessi metodi e in questo caso addirittura con gli stessi protagonisti.
Infatti molti attori sociali che comparteciparono al genocidio riorganizzatore in Argentina erano nazisti che in quella nazione avevano trovato rifugio e protezione. Inoltre va ricordato che la pratica del desaparecer associata alla dittatura di Videla trova le sue fondamenta nella strategia nazista, esplicitata nelle direttive per la persecuzione definite il 7 dicembre 1941 dal Decreto Nacht und Nebel, di Hitler; il decreto stabiliva che dei prigionieri non dovesse rimanere traccia, affinché non venissero considerati martiri e alla restante società terrorizzata e fosse tolta ogni capacità di reazione. Non era pertanto consigliabile il ritrovamento dei corpi dei detenuti assassinati in quanto la restituzione del corpo avrebbe permesso la possibilità di sepoltura e, quindi, l’associazione di uno spazio simbolico e fisico alla persona cara.
Tale spazio, inoltre, poteva essere utilizzato non solo per esorcizzare il dolore, ma anche come luogo di memoria, di lotta, oltreché come prova del crimine commesso. Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa entrava ad Auschwitz, campo di sterminio nazista, rivelando uno dei più abominevoli atti di violenza commessa. Come fu possibile che la questione ebraica abbia messo in movimento la macchina infernale di un apparato simile di potere totalitario? Tutte le giustificazioni all’antisemitismo sembrano inadeguate: ad esempio associare l’antisemitismo allo sciovinismo e alla xenofobia è una contraddizione perché l’antisemitismo crebbe nella misura in cui il nazionalismo tradizionale perse intensità con la caduta europea dei sistemi nazionali. Il nazionalismo nazista non fu semplice nazionalismo. Hannah Arendt mostra come dietro l’antisemitismo vi sia la questione ebraica, dietro la decadenza dello stato nazione il problema di una nuova organizzazione dei popoli, dietro il razzismo il problema di una nuova concezione del genere umano, dietro l’espansionismo il problema di riorganizzare il mondo che si evolve in un agglomerato sempre più piccolo e dove si intrecciano culture non più eurocentriche.
Solo dopo la Prima Guerra Mondiale i diritti umani iniziano ad assumere importanza fondamentale, ma le persone senza patria come gli Ebrei non avevano diritti civili diretti, in quanto non considerati ancora diritti universali propri di ogni essere umano, essendo ancora in relazione con l’idea di cittadinanza statale, propria quindi di un cittadino facente parte di una Nazione. Gli Ebrei non potevano identificarsi con un territorio, non avevano tutela giuridica come soggetti sociali: erano senza spazio e quindi senza identità. La negazione di quei diritti umani inalienabili dipende dal criterio razziale sotto cui si mascherano strategie economiche, politiche, sociali, religiose e psicologiche attraverso il rifiuto delle differenze (Arendt, 1999). School of memories con il progetto “A scuola di memorie” si pone l’obiettivo di costruire memorie pedagogiche, di porre l’attenzione sulle tematiche della cultura della pace, dei diritti umani e della legalità, mediante un percorso che si avvale della testimonianza e della narrazione e ricostruzione di memorie. Il progetto, di rilevanza internazionale, tratta il tema dei diritti umani, e si presenta come un importante strumento di conoscenza storica, sociale, economica e giuridica per la ricostruzione del passato non in chiave revisionistica né con manipolazioni tese a giustificare e/o falsificare le scelte delle dittature di una storia recente.
Tra-mare culture A.P.S.
L’associazione di promozione sociale “Tra-mare culture”, nasce dalla necessità di trasformare il nostro patrimonio tangibile ed intangibile, in uno strumento di crescita umana, sociale ed economica al fine di sviluppare le potenzialità e le identità del territorio in un'ottica di internazionalità e sostenibilità, creatività ed intercultura. Tra gli obiettivi principali dell’associazione c’è la sensibilizzazione ai diritti umani, alla legalità e alla costruzione di una realtà di condivisione sociale che miri alla formazione continua del cittadino ed in particolare dei giovani in un’ottica di internazionalizzazione, rispetto e riconoscimento del valore della diversità culturale.
Paola Donatiello
Presidente APS TRA-MARE CULTURE