Esce di scena dopo dodici anni di governo della sua famiglia.
Questa domenica l'elettorato argentino ha messo fine a un ciclo politico di 12 anni: la maggioranza ha votato al secondo turno per Mauricio Macri, ingegnere di quasi 57 anni, da otto anni al governo della capitale.
Una volontà mai sconfessata da Macri è infatti quella di abbandonare la politica estera precedentemente adottata dal Partito Giustizialista, che dopo la rottura con la finanza internazionale in seguito al collasso economico di fine anni '90 e inizio anni 2000, Fmi in testa, aveva sposato le posizioni antiatlantiche del Venezuela socialista e populista di Chavez e Maduro. Il ballottaggio ha cambiato il voto delle elezioni. Ma ha ammesso la necessità di scendere a patti con l'opposizione, mentre gli analisti avvertono che potrebbe faticare a far approvare da un parlamento ostile le sue riforme liberali.
La reazione. "Oggi è una giornata storica, un cambio d'epoca che ci deve portare al futuro".
Elezioni presidenziali in Argentina, Mauricio Macri (AP) Buenos AiresIl conservatore Mauricio Macri è stato eletto presidente dell'Argentina battendo al ballottaggio il candidato peronista Daniel Scioli. "No alle rivincite, no ai regolamenti di conti".
"Dobbiamo costruire un'Argentina senza povertà".
Adottando ampiamente tecniche spettacolari e propagandistiche in pieno stile pubblicitario, Macri ha vinto, ma sarà ora da vedere come attuerà il "cambiamento" verso i segmenti più svantaggiati e l'area del completo disagio sociale, tradizionalmente sostenitori del giustizialismo paternalista e nazional gauchiste. Scioli ha avvertito che così si rischia una massiccia svalutazione del peso e di indebolire il potere d'acquisto degli argentini. Durante la campagna elettorale, ha fatto leva sulla sua capacità di governare, dimostrata nell'amministrazione di Buenos Aires, promettendo di estendere quel successo a tutto il resto del Paese.
Nel frattempo, nel 2003 fonda il partito di destra Compromesso per il Cambiamento che, dal 2005, fa parte della coalizione Proposta Repubblicana (PRO), da lui guidata. Padre di quattro figli, è sposato con l'imprenditrice 40enne Juliana Awada. È figlio di uno degli uomini più ricchi del paese e nel 1991 fu rapito per 12 giorni da un gruppo di poliziotti corrotti che chiedevano un riscatto da milioni di dollari. "Sarò il presidente di quelli che pensano in modo diverso - ha detto - di quelli che hanno nuove idee, di quelli che non rinunciano, di chi lotta contro il narcotraffico, di chi non lascia che la politica, la giustizia e i funzionari siano corrotti".