Mancuello, la novità dell’Argentina di Messi

ROMA - L’appuntamento è in Cile: tra poco più di due mesi, l’11 giugno, scatterà la Coppa America, un trofeo che l’Argentina - seconda all’ultimo Mondiale e anche nel ranking della Fifa - non riesce a vincere da ventidue anni. L’ultimo successo porta la firma di Gabriel Batistuta, che decise con una doppietta la finale contro il Messico (2-1). Il numero dieci di quella nazionale, guidata in panchina dal commissario tecnico Alfio Basile, era Diego Simeone. Maradona stava ancora scontando la squalifica, dopo lo scandalo legato alla cocaina: era il 1993. Stavolta a lanciare l’assalto alla Coppa America sarà il ct Gerardo Martino, ingaggiato dalla federazione il 13 agosto del 2014 al posto di Alejandro Sabella. Una grossa opportunità per Martino, scottato da un’esperienza negativa nel Barcellona. 

 

LA FAVORITA - Il Brasile di Dunga è un cantiere, la Colombia può essere la sorpresa, l’Uruguay di Tabarez si presenta da campione in carica, il Cile si affiderà alla genialità di Sanchez. L’Argentina parte con i favori del pronostico. E tra le novità di Gerardo Martino potrebbe spuntare Federico Mancuello, un’ala dell’Independiente che ha raccolto applausi negli ultimi mesi. Con una punizione da manuale, calciata di sinistro a due minuti dalla fine, ha colorato alla perfezione il suo debutto in nazionale, firmando il gol del 2-0 nell’amichevole con El Salvador disputata lo scorso 28 marzo. Ha ricevuto i complimenti di Higuain, Tevez e Lavezzi. E’ entrato al 28’ del secondo tempo per dare il cambio a Di Maria. E Mancuello ha trovato subito il modo di ricambiare la fiducia di Martino.

 

LA COPPA AMERICA - Fino a un anno fa giocava con l’Independiente nella serie B argentina. E ora è in corsa per un posto nella lista dei convocati di Martino per la Coppa America. Mancuello non è più giovanissimo, ha ventisei anni, è nato il 26 marzo del 1989 a Reconquista, nella provincia di Santa Fe, proprio come Batistuta. E’ mancino, ha una classe purissima, ha un tiro potente dalla lunga distanza. E’ un jolly: esterno nel 4-2-3-1 oppure mezzala. Dieci gol e cinque assist nello scorso campionato di “Primera Division”, una partenza brillante anche nel nuovo torneo (tre reti e tre assist in cinque partite). 

 

IL CAPOLAVORO - Mancuello è cresciuto nel vivaio dell’Independiente, ha fatto esperienza nel Belgrano ed è rientrato alla base alla fine di giugno del 2012. E’ alto un metro e 77, pesa 75 chili, può essere la grande novità dell’Argentina in Coppa America. Ha un contratto fino al 31 dicembre del 2016, lo ha rinnovato nel mese di novembre. Il suo capolavoro contro El Salvador ha fatto subito il giro del web: ha calciato la punizione a ridosso dell’area di rigore, ma da una posizione molto complicata, a tre metri dalla linea di fondo. Pallone carico di effetto e parabola all’incrocio dei pali.

 

LA CARRIERA - Mancuello ha debuttato in campionato il 14 dicembre del 2008 nella sfida con l’Arsenal di Sarandì (1-2), durante la gestione di Miguel Angel Santoro. Ha segnato il suo primo gol da professionista il 6 aprile del 2009 contro il Lanus (1-5): il tecnico era Americo Gallego. Nel club di Avellaneda ha lavorato anche con Miguel Angel Brindisi. La svolta, a livello di ruolo e di maturazione, è arrivata comunque sotto la guida di Jorge Almiron, quarantatré anni, ex Tijuana e Godoy Cruz. Tredici gol e otto assist in ventiquattro gare con l’allenatore attuale, che lo ha schierato a volte anche da esterno puro nel 4-4-2. Mancuello ha scelto l’undici come numero di maglia e ha il doppio passaporto (argentino e italiano). 

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