L'Estadio Hernando Siles miete un'altra vittima. Gli oltre 3600 metri dell'impianto della Nazionale boliviana, autentico spauracchio nelle qualificazioni sudamericane, frenano l'Argentina bloccata sull'1-1. Lionel Messi accusa un malore durante l'intervallo, divora il gol vittoria nel finale e dichiara: "Sono stanco, sapevamo che sarebbe stata una partita con queste caratteristiche. E sapevamo che la Bolivia ci avrebbe provato in tutte le maniere. Ma noi abbiamo resistito, siamo riusciti a segnare e ora portiamo a casa il pareggio", ha commentato l'asso del Barcellona. Avanti i boliviani al 25' con Marcelo Moreno, l'Albiceleste rimedia dopo 20' con l'incornata di Ever Banega. Un punto che incrementa il bottino argentino in classifica, 24 punti, saldamente in testa verso Brasile 2014.
Ecuador, poker e applausi – Dietro la capolista sale la Tricolor di Reinaldo Rueda, a valanga sul Paraguay. Gli ecuadoregni vengono sorpresi da Caballero al 15', poi Caicedo (punta della Lokomotiv Mosca) pareggia prima della pausa. Nella ripresa i padroni di casa dilagano con la doppietta di Jefferson Montero e il sigillo di Benitez, per il 4-1 finale. Un successo che vale il sorpasso sulla Colombia.
Cafeteros amari, riscossa Cile – Basta un gol di Salomon Rondon, puntero del Rubin Kazan, per la sorpresa di giornata. Il Venezuela frena l'esaltante Colombia dei titolari Zuniga, Cuadrado e Armero. Tre punti vitali per la Vinotinto, ora a quota 15 in graduatoria. Lo stesso punteggio del Cile, che supera 2-0 l'Uruguay: decidono le reti di Paredes e di Eduardo Vargas (in prestito al Gremio dal Napoli). In campo sette "italiani" nell'arco dei 90', ma sotto i riflettori si registra il colpo proibito di Luis Suarez al cileno Jara, passibile della prova tv. Nervosismo inevitabile: la Celeste rischia di non staccare il pass per la rassegna carioca.
Sognando l'Europa – Intanto l’ex ct verdeoro Mano Menezes, secondo le rivelazioni del suo agente Carlos Leite, insegue una panchina nel vecchio continente. Esonerato lo scorso novembre e sostituito da Felipe Scolari alla guida del Brasile, il tecnico 50enne avrebbe espresso la volontà di lavorare in un club europeo per un progetto vincente.