Il premier torna ad occuparsi dello scandalo capitolino: "'Processi siano veloci e chi ha sbagliato paghi". In alcune intercettazioni Luca Odevaine parla di "viaggi in Argentina dell'ex sindaco con valigie piene di contanti". Ma per la Procura nessun riscontro
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(AdnKronos) - Sulla vicenda 'Mafia capitale' interviene il premier Matteo Renzi chiedendo che i ''processi siano veloci e che chi ha sbagliato paghi''. ''Non sappiamo se quello che sta emergendo e' qualcosa di tangentari all' amatriciana o di mafiosi capaci di relazioni pericolose. Lo dira' la magistratura ma quel che e' certo e' che non lasceremo la capitale in mano ai ladri - avverte Renzi -. Non permetteremo a nessuno di descriverci come chi non siamo''.
Sul fronte delle indagini, intanto, da ambienti giudiziari fanno sapere che in riferimento all'intercettazione di una conversazione in cui viene detto che Gianni Alemanno avrebbe fatto quattro viaggi in Argentina con le valigie piene di soldi, "non c'e' un riscontro di trasferimenti di soldi all'estero" da parte dell'ex sindaco di Roma.
Nel dialogo, riportato oggi da molti quotidiani, tra Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, Mario Schina, responsabile del Decoro urbano del Comune dal 2005 al 2007 durante la giunta Veltroni, e l'imprenditore Sandro Coltellacci, si dice inoltre che l'ex sindaco sarebbe riuscito a evitare i controlli della dogana aeroportuale. "Me l'ha detto questo del Polaria, ma te pare normale, un sindaco con le valigie piene di contanti" dice Odevaine. "Nessuno lo ha controllato?" chiede Schina e l'altro risponde: "E' passato al varco riservato..un attore secondo me".
ALEMANNO: PROCURA MI DA' RAGIONE - "Come viene confermato oggi dalla Procura di Roma la notizia di miei viaggi in Argentina per portare soldi e' totalmente e manifestamente infondata - dichiara Alemanno in una nota -. Questa notizia nasceva da un'intercettazione di una persona a me evidentemente ostile, come Luca Odevaine, braccio destro di Walter Veltroni da me allontanato dagli incarichi con il Comune di Roma. Ugualmente l'idea che io e mio figlio, allora minorenne, viaggiassimo dall'altra parte del mondo per portare soldi non solo puo' apparire folle a qualsiasi giudizio equilibrato ma - sottolinea - e' facilmente riscontrabile attraverso i nostri passaporti. Infatti gia' ieri dalle carte risultava che gli inquirenti, dopo le opportune verifiche, avevano scartato questa pista". "Tutto cio' non ha impedito agli organi di informazione di dare la massima evidenza a questa notizia e io oggi chiedo che uguale risalto venga data alla smentita proveniente dalla Procura. Io non solo non ho mai portato un euro fuori dalle frontiere ma ho dovuto come piu' volte spiegato, vendere una casa e - spiega - accendere un mutuo per pagare i debiti della mia campagna elettorale. Anche questo e' facilmente riscontrabile sulle carte".
Piu' tardi Alemanno e' tornato a parlare dei rapporti di alcuni suoi collaboratori, coinvolti nell'inchiesta Mafia Capitale, e l'ex Nar Carminati. "Non ho mai conosciuto Carminati, neanche da giovane, e un anno e mezzo fa, dopo gli articoli di stampa usciti su di lui, avevo messo in guardia i miei collaboratori: loro mi hanno giurato e spergiurato che non avevano a che fare con lui" ha ribadito l'ex sindaco di Roma. "Non si puo' pensare che un sindaco conosca tutto dei suoi collaboratori, esistono anche i collaboratori infedeli. Le persone infedeli esistono e - sottolinea - bisogna prenderne atto".
(Adnkronos)
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