L’ONU ordina al Ghana di rilasciare la nave Argentina

Il Tribunale Internazionale della Legge del Mare, un organismo dell’ONU di stanza in Germania, ha ordinato l’immediato rilascio della nave Argentina, la fregata ARA Libertad, sequestrata in Ghana come risarcimento di un credito avanzato dalla NML Capital nei confronti dell’Argentina, in quanto la nave militare gode della immunità territoriale.

La nave, una tre alberi per l’addestramento dei cadetti della Scuola Navale (come la nostra nave scuola Vespucci), è stata trattenuta presso il porto di Tema dallo scorso ottobre, quando la corte locale si è espressa a favore del rimborso finanziario di circa 400 milioni di Euro che l‘Argentina deve restituire alla NML Capital, debito contratto una decina di anni fa tramite i cosiddetti “fondi avvoltoi(vulture funds). L’equipaggio e i cadetti, circa 300 persone, furono rimpatriati in Argentina e sulla nave fu messo messo un finto equipaggio.

Il Tribunale di Amburgo, presieduto dal giudice Shunji Yanai, ha ordinato “il rilascio immediato e incondizionato della fregata ARA Libertad”, e ha inoltre decretato che il vascello venga rifornito e il personale lasci incolume il porto e le acque territoriali Ghanesi. Per la Corte la confisca della nave sarebbe “una fonte di conflitto che potrebbe danneggiare le relazioni tra gli Stati”.

Il Vice Ministro degli Esteri, Chris Kpodo, in rappresentanza del governo Ganese presente in tribunale, dopo la sentenza, ha dichiarato che  “il governo valuterà attentamente l’ordinanza e porrà in essere quanto ordinato dal Tribunale. Il fermo della nave Argentina deriva da una disputa tra una società privata e l’Argentina. Il governo Ghanese non è parte della disputa”.

Parole che sono state riprese nel comunicato del governo,
ove peraltro si legge anche che: “La decisione dell’Alta Corte di trattenere la nave ARA Libertad pone il governo in una situazione delicata visto le relazioni molto buone con l’Argentina. Tuttavia, la Costituzione Ghanese prevede e garantisce l’indipendenza del potere Esecutivo da quello Giudiziario, ma rispetta gli obblighi internazionali”.

La questione risale al 2001 e 2002, quando l’Argentina, in piena crisi economica e in profonda recessione, non riuscì a pagare obbligazioni per oltre 100 miliardi di dollari. Nel 2005 circa il 75% dei creditori raggiunse un accordo con il governo Argentino che pagò loro solo il 30% del valore nominale. I rimanenti creditori, che detenevano i cosiddetti “fondi avvoltoio” per un valore di circa 20 miliardi di dollari, non si accordarono e tennero le obbligazioni con la speranza di guadagnarci di più in futuro. Tra questi c’è la US Elliot Capital Management consociata con la compagnia di investimenti NML Capital. Secondo Bloomberb News, NML Capital comprò debiti dell’Argentina per un importo di circa 182 milioni di dollari al 15-30% del loro valore.

I succitati creditori, che avevano comprato il debito ad un valore irrisorio, formarono un gruppo, una lobby in Washington, l’American Task Force Argentina (ATFA), che faceva capo ad alcuni dirigenti dell’amministrazione Clinton, i quali provarono, attraverso azioni legali, il Congresso e altre vie a mettere pressione all’Argentina, per ottenere il valore nominale delle obbligazioni in loro possesso.

Chi rappresentano i soci della ATFA? Un’occhiata ai 15 detentori delle obbligazioni di valore oltre 25 milioni ciascuno mostra che 9 di loro risiedono nelle isole Cayman. Tra questi la NML Capital Ltd., affiliata alla Elliot Associated, membro della ATFA, diretta da Paul Singer. Lo stesso Singer che, attraverso azioni legali e pressioni di vario tipo, nel 1990 riuscì a farsi pagare i fondi del governo Peruviano, ottenendo il 400% del profitto.

Nel 2006, NML ha fatto causa al governo Argentino e la Corte Federale di New York gli ha dato ragione facendogli ottenere il valore pieno delle obbligazioni per un valore di oltre 248 milioni di dollari. Successivamente, NML ha cercato di imporre tale giudizio alla Corte Inglese, e, mentre la Corte d’Appello si pronunciò sull’immunità dello Stato Argentino, la Corte Suprema decise invece che la NML potesse perseguire le sue azioni legali in UK. Decisione che forse è stata presa a modello dalla Corte Ghanese.

Il caso, come si può ben capire, è alquanto complesso e coinvolge alcune figure molto note nel campo della finanza e del mondo politico che, pur di perseguire i loro profitti, sono pronte ad approfittare dalle economie in crisi, come avvenuto per l’Argentina, il Perù, la Repubblica Democratica del Congo, lo Zambia e la Liberia che per anni sono stati sotto torchio e minacciati di vedere prosciugate le già misere casse dello stato. E chissà quali e quanti altri Paesi sono già nelle stesse condizioni o nella lista nera dei prossimi…da spennare.

di Vito Di Ventura

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