L’Italia in Argentina: Del Potro ci sarà? (Martucci). Davis, in …

L'Italia in Argentina: Del Potro ci sarà? (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport)

L'Argentina in Argentina: per l'Italia di coppa Davis, non è certamente roseo il sorteggio del primo turno del tabellone mondiale 2014 (31 gennaio-2 febbraio), soprattutto considerando che, con tutte le altre avversarie ci sarebbe stato il vantaggio del fattore-campo (meno che col Kazakistan che si sarebbe deciso per sorteggio). Le due settimane prima della sfida in Sud America, Seppi, Fognini e compagni dovranno tifare per un grandioso e durissimo Australian Open di Juan Martin del Potro, il numero 1 argentino e 7 del mondo, così da non ritrovarselo di fronte all'indomani della prima tappa stagionale sul cemento di Melbourne, o incontrarlo spremuto di energie psico-fisiche.

O piuttosto potranno confidare nel cattivo rapporto di Delpo con la nazionale, visto che la sua ultima apparizione in Davis risale al settembre 2012. Perché è soprattutto il re degli Us Open 2009 il babau della trasferta di fine gennaio con il punto interrogativo del talento pigro David Nalbandian (convalescente dopo l'ennesimo infortunio), e del focoso pubblico di casa. Mentre gli altri singolaristi — Monaco, Berlocq, Zeballos, Leo Mayer e Delbonis — non sono insormontabili per gli azzurri, ed il doppio italiano (Bracciali-Fognini) è favorito. Parola di ct Corrado Barazzutti: «Sorteggio duro ma non partiamo certo battuti, anzi... E non è detto che si giochi sulla terra, potrebbe essere cemento (…)

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Davis, in Argentina si può fare (Piero Valesio, Tuttosport)

Ce la possiamo fare oppure no? Domanda semplice ma inevitabile. Se si prendono i nomi delle due contendenti e le si avvicina è impossibile non provare un brivido: Italia-Argentina, un connubio che sa di Vilas e Maradona, di Clerc, Daniel Bertoni e Bertolucci. E' una sfida che non può essere una semplice sfida perché siamo parenti e quando ci sono legami di sangue la sfida è sempre qualcosa di diverso. L’Italia affronterà l'Argentina nel primo turno della prossima Davis, dal 31 gennaio. Dunque: ce la possiamo fare o no?

TREMORI Si giocherà in Argentina, presumibilmente al Parque Roca di Buenos Aires. Tremori a parte ci si lasci andare ad un atto di fiducia: ce la possiamo fare. Proviamo ad analizzare i fattori che possono essere decisivi. Il primo ha un nome e un cognome: Juan Martin Del Potro. Il più forte e più rappresentativo degli argentini (che è anche un po' italiano visto i suoi trascorsi di adolescente che si allanava in Italia) potrebbe non esserci. Primo perché è in rotta con la sua Federazione e con il capitano Martin Jaite. Secondo perché è quasi sempre rotto. Terzo perché (se non si sarà di nuovo fatto male nel frattempo) sarà reduce da un mese o giù di lì trascorso sul cemento australiano dato che la Davis si giocherà nella settimana immediatamente successiva alla finale di Melbourne.

CUORI Secondo fattore: Monaco e Berlocq. Se due come Fognini e Seppi dovessero aver paura di Berlocq (con tutto il rispetto per i tardivi progressi messi in mostra quest'anno) sarebbero messi male sinceramente. Monaco è un fighter da terra ma non sempre assistito da un cuore d'acciaio. E si ha la sensazione che il miglior Monaco ce lo siamo ormai lasciato alle spalle. Terzo fattore: in doppio siamo messi meglio noi e mica di poco. Se poi Bolelli dovesse pure riprendersi in tempo ancora meglio. A proposito di rientri: Nalbandian, che conserva un certo potere nel tennis argentino, potrebbe anche essere disponibile per quella data. Ma visto che è fermo praticamente da un anno per infortunio la sua voglia di essere presente e giocare potrebbe diventare un elemento in più a nostro favore.

PUBBLICO Ultimo elemento: il pubblico. L'Argentina sta inseguendo la Coppa Davis con una pervicacia degna di miglior causa ma la Davis le si nega. La squadra sudamericana ha disputato quattro finali e non he vinta nemmeno una. La voglia di Insalatiera da quelle parti è immensa. Ma anche in questo caso la questione può essere vista da un'altra prospettiva: uno come Fognini non è certo tipo che si fa intimorire da un pubblico avverso. Ma preoccupiamoci di una cosa alla volta. E iniziamo a sperare che non guasta mai.

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