Martedì 6 agosto, poco dopo le 9 di mattina, c’è stata una forte esplosione in un edificio di dieci piani nel centro di Rosario, città argentina a circa 300 chilometri a nord-ovest di Buenos Aires. Il segretario della Salute, Miguel Cappiello, ha detto che per il momento l’esplosione ha provocato 6 morti e 58 feriti. L’esplosione si è sentita in tutti i quartieri centrali di Rosario, nel raggio di diversi chilometri, e ha distrutto l’intera facciata dell’edificio, oltre a danneggiare seriamente altri palazzi adiacenti. Molti abitanti della zona sono stati fatti allontanare dalle loro case, anche per il rischio di un possibile crollo del palazzo.
Il quotidiano argentino El Clarin ha scritto, citando informazioni non ancora confermate ufficialmente, che l’incidente potrebbe essere stato causato da una fuga di gas nel piano terra dell’edificio, che si trova in via Salta. Una testimone ha raccontato ad un altro quotidiano del paese, La Nacion, che due settimane fa qualcuno aveva provato a rubare il contatore del gas dell’edificio, danneggiandolo: un ingegnere doveva andare oggi per aggiustarlo e la fornitura del gas sarebbe dovuta essere sospesa dalle 9 alle 14.
I pompieri che sono arrivati in via Salta poco dopo l’esplosione sono riusciti a spegnere il fuoco e hanno iniziato le operazioni di soccorso per le persone rimaste intrappolate nelle parti dell’edificio danneggiato. L’area dell’incidente è stata chiusa per facilitare i soccorsi e anche il sindaco di Rosario, Mónica Fein, ha chiesto di non avvicinarsi a via Salta.
A Rosario sono previste per domenica 11 agosto le elezioni amministrative per il nuovo sindaco. Dopo l’esplosione, i candidati dei due principali partiti politici – il Frente Progresista Cívico e il Frente para la Victoria – hanno sospeso temporaneamente la campagna elettorale.
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