La presidente dell’Argentina Cristina Fernández de Kirchner sarà operata stamattina per un ematoma al cervello che verrà “drenato chirurgicamente”. Lo ha reso noto ieri l’Ospedale Fondazione Favaloro di Buenos Aires tramite un comunicato stampa ripreso da tutti i mass media argentini.
L’operazione a cui si sottoporrà Cristina è considerata semplice e rapida ma colpisce che, in così poco tempo, i medici abbiano dovuto “cambiare la diagnosi”. Se infatti meno di due giorni prima era stato imposto un “riposo di 30 giorni” alla presidente, dominca quest’ultima si è sentita di nuovo poco bene avvertendo un forte “formicolio al braccio sinistro” e, ieri, è stata ricoverata d’urgenza. Un piano intero della Fondazione Favaloro è già stato riservato per l’operazione di oggi. Contemporaneamente il vicepresidente Amado Boudou ha assunto i poteri, sostituendo alla guida del paese sudamericano la Kirchner.
La notizia dei problemi di salute della presidente dell’Argentina Cristina Fernández de Kirchner ha colto quasi tutti di sorpresa. Il quasi è doveroso perché lo scorso 16 agosto, appena quattro giorni dopo il misterioso trauma cranico alla base del riposo forzato per Cristina, un celebre giornalista tv, Nelson Castro, aveva lanciato un appello in diretta affinché la Kirchner «ascoltasse i suoi medici, molto preoccupati per la sua salute».
Segaligno ed alto, di certo non kirchnerista pur con un naso che per certi tratti ricorda quello di Néstor, Castro si rivolge ogni settimana alla presidente mentre conclude El Juego Limpio, il programma di interviste che conduce su Todo Noticias, il canale tv all news del gruppo Clarín. Per rendersi conto che, in realtà, da tempo erano in parecchi a sapere che Cristina non stava bene di salute, è sufficiente andarsi a rivedere oggi la puntata di quel giorno de El juego Limpio su Youtube.
Al di là delle condizioni di salute della Kirchner, che continuano a non essere del tutto chiare (oltre all’ematoma e al formicolio ci sarebbe anche un’aritmia cardiaca) alcuni dati sono certi. Primo. L’11 agosto il partito kirchnerista Frente para la Victoria perde le primarie nella provincia di Buenos Aires, una sconfitta ancor più amara per Cristina perché inferta da Sérgio Massa, suo capo di gabinetto sino al 2009.
Secondo, il 12 agosto, stando a quanto detto dal portavoce presidenziale Alfredo Soccimarro, la Kirchner cade (forse per un calo di pressione? Non si sa) e per lei i problemi di salute ricominciano, dopo l’operazione alla tiroide dello scorso anno.
Al di là dei bollettini medici e nella speranza che, come dicono tutti, l’operazione sia semplice e di routine, la terza certezza è che Cristina dovrà stare a riposo a lungo, probabilmente di più dei 30 giorni preannunciati l’altro ieri.
Il busillis da sciogliere ora è il seguente: Amado Boudou, il suo vice, sarà all’altezza del ruolo? Già lo scorso anno, dal 4 al 24 gennaio, ha sostituito costituzionalmente Cristina senza problemi.
Il cinquantenne Amado, appassionato di chitarre elettriche e di Harley Davidson, piacente e bon vivant, all’inizio del suo mandato nel dicembre 2011 aveva però molto seguito tra l’elettorato. Poi una serie di scandali che lo hanno visto coinvolto in prima persona lo hanno fatto “precipitare” a tal punto che, oggi, per i sondaggi, Boudou è l’uomo di governo che riscuote il minor gradimento agli occhi della popolazione.
Un problema serio se si considera che il 27 ottobre l’Argentina va al voto per rinnovare metà dei membri della camera ed un terzo di quelli del senato e, senza il carisma e l’energia di Cristina, un Boudou presidente ad interim complica non poco lo scenario per il Frente para la Victoria kirchnerista.
Staremo a vedere che succede ma, sicuramente, il non avere scelto un delfino all’altezza – come ad esempio a suo tempo fece il brasiliano Lula con Dilma Rousseff o l’ex presidente Eduardo Duhalde con lo stesso Néstor Kirchner – rappresenta un problema per Cristina, al di là delle sue condizioni di salute. E non tanto per il voto del 27 ottobre (è pressoché impossibile che Cristina ottenga i due terzi di seggi necessari per modificare la costituzione e aspirare a un terzo mandato) ma nel lungo termine, in vista delle presidenziali del 2015.
Delfino di Cristina non può essere Guillermo Moreno, ministro del commercio interno che è sì potente perché decide lui con chi e come fare business in Argentina ma non è in grado di riunire i consensi elettorali necessari per aspirare alla Casa Rosada. Forse delfino di Cristina potrebbe diventare Axel Kicillof, candidato dallo stesso Moreno nei giorni scorsi a fare il ministro dell’Economia, ma molto dipenderà proprio da come andrà l’economia argentina di qui al 2015.
Se non si trova un delfino in grado di calamitare consensi, insomma, il rischio per il kirchnerismo è che possa avverarsi la profezia lanciata nei giorni scorsi dall’ex presidente Duhalde. Ovvero che all’interno del poliedrico e “fluido” mondo del peronismo – di cui il kirchnerismo è solo una componente – nel 2015 il Frente si trovi senza un candidato alternativo ai Kirchner, come accadde a suo tempo al menemismo. Il vaticinio di Duhalde certo corrisponde a un suo desiderata e oggi, con la Kirchner ammalata, può sembrare fuori luogo (anche se a onor del vero Duhalde ha parlato prima dell’annuncio dei problemi di salute della presidente) ma, come sanno bene gli argentini, le vie del peronismo sono infinite.
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