La maggioranza ha deciso Sarà “Dacia Arena Friuli”

UDINE. Il via libera ufficiale spetterà al Consiglio comunale di lunedì 5 ottobre, ma la maggioranza a palazzo D’Aronco pare aver trovato la quadratura del cerchio per autorizzare l’Udinese a rinominare il nuovo stadio “Dacia Arena Friuli”.

Una concessione che non ha il sapore della resa, però, perchè rimangono validi, e anzi ne sono stati aggiunti altri come riferiamo a parte, tutti i paletti contenuti nella delibera della giunta Honsell, ma la sostanza dice che, al netto di sorprese dell’ultimo minuto, l’impianto di piazzale Argentina potrà chiamarsi come desiderato dall’Udinese.

«Un punto di sintesi di massima – ha confermato la capogruppo del Pd, Monica Paviotti – è stato trovato tra le diverse anime e sensibilità che animano la maggioranza. Siamo tutti d’accordo sulla cifra da dover incassare (il 20 per cento della sponsorizzazione con un minimo garantito di almeno 150 mila euro ndR) e, allo stesso tempo, abbiamo deciso di richiedere alla società bianconera una risposta formale a quanto contenuto nella delibera di giunta».

Parole che, di fatto, certificano anche come la mozione approvata dal Consiglio regionale all’unanimità – con 24 pareri favorevoli, nessun contrario e il democratico Enio Agnola che non aveva partecipato al voto – sul nome del nuovo stadio Friuli resterà, con ogni probabilità, carta straccia.

La delibera del Comune, infatti, mette nero su bianco – oltre ai vari paletti sulla dignità del nome, le tipologie di utilizzo consentite e i criteri economici – che in caso di voto favorevole in Consiglio «l’Udinese Calcio Spa è autorizzata ad affiancare alla denominazione “Friuli” l’indicazione dello sponsor che verrà individuato dalla società».

E il punto è proprio questo, nelle differenze dei due testi con la mozione di Trieste che aveva scatenato più di un mal di pancia all’interno della maggioranza comunale. In sostanza, infatti, l’Udinese otterrà il placet al mantenimento del solo nome “Friuli”, cancellando la dicitura “Stadio”, e, in più, potrà inserire la dicitura “Dacia Arena” in prima posizione.

Il risultato finale sul “naming”, al netto dell’obbligo di ridisegnare il logo originario già cassato dal sindaco Furio Honsell, è quindi un sì alle richieste dell’Udinese che potrebbe così – a condizione che accetti le altre, pesanti, clausole inserite da palazzo D’Aronco nella bozza d’accordo – posizionare a breve nell’impianto di piazzale Argentina il tanto agognato “Dacia Arena Friuli”.

E se da fonti interne alla maggioranza la motivazione dell’eliminazione della parola “Stadio” viene giustificata come necessaria per evitare il sovrapporsi di un doppione con “Arena” nel nome dello stadio, il problema di natura politica resta sul tavolo.

Non tanto internamente – dove l’unico ancora fermo sulle proprie posizioni pare essere Mario Barel e c’è sempre il punto di domanda legato a Franco Della Rossa – quanto nei rapporti con la Regione.

Perchè se la sovranità, così come la scelta, spetta ovviamente al Consiglio comunale di Udine, è altrettanto vero che la mozione approvata a Trieste non porta soltanto la firma del forzista Riccardo Riccardi, certamente non un alleato di Honsell e della sua maggioranza. In calce al testo, modificato rispetto alla proposta iniziale dall’esponente azzurro, è stata infatti apposta anche la sigla di Alessandro Colautti (Ncd), Claudio Violino (Misto) e, soprattutto, Diego Moretti, cioè il capogruppo del Pd.

Lo stesso del partito di maggioranza relativa a Udine e, soprattutto, di Debora Serracchiani che al nostro giornale aveva auspicato, in sintesi, che «il nome resti e si aggiunga lo sponsor».

Posizioni che, evidentemente, non sono bastate a fare cambiare idea alla maggioranza udinese orientata a garantire il via libera al progetto della società bianconera.

In cambio, ma resta

da capire se Gianpaolo Pozzo accetterà o meno, palazzo D’Aronco otterrà un assegno da almeno 150 mila euro all’anno – per un quinquennio – che potrà essere utilizzato dall’amministrazione per la realizzazione di servizi e opere tangibili per la cittadinanza.

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