Italiani all’estero, cercasi psichiatra per il Pd Argentina – di Marcello …

A ben quaranta giorni dall’insediamento di Mauricio Macri alla Presidenza, la Segreteria del Partito Democratico-Argentina sembra finalmente essersi resa conto che gli argentini hanno scelto un Presidente “di origine italiana e calabrese”, che essendo nientemeno che “ il nipote dell’indimenticabile dirigente della collettività Tonino Macri” si merita gli auguri di buon lavoro e l’auspicio “di riportare l’Argentina tra i paesi più produttivi al mondo”. Parole di elogio al nuovo Presidente non sono mancate in questo comunicato stampa(1), nel quale si segnala ben chiara la necessità che il nuovo governo “riponga in marcia un paese (l’Argentina) tant o caro agli italiani”.

Il Partito Democratico di Buenos Aires commentando la vittoria di Macri al ballottaggio – in una nota del 2 dicembre, non smentita dalla Segreteria Argentina -  l’aveva qualificata “una rivoluzione conservatrice”, “un errore” che comporterà “un grande trasferimento di reddito verso i settori economicamente più concentrati”. E non solo.

Tanti erano i mali che avrebbe comportato per l’Argentina l’elezione di Macri, che il Partito Democratico locale - in quella stessa nota -  riteneva finiti “gli anni di progresso economico, sociale e civile, che hanno avuto come risultato l’inclusione di molte persone.” Ma auspicava “prima o poi, il popolo argentino e le forze che lo rappresentano, tra cui il Pd – Buenos Aires, resisteranno all’avanzata della destra”.

Ma è quello stesso PD Argentina che ora ritiene che “le esigenze argentine di un rilancio su vasta scala della produzione agricola,  ben si conciliano con le esigenze italiane di esportare know how e macchinari di ultimissima generazione per la trasformazione dei prodotti agricoli”. E pertanto “Il Pd Argentina sarà lo sprone necessario affinché i due governi riprendano una collaborazione cessata da anni non certo per volere italiano”. Sembra davvero che il PD Argentina sia in preda ad un’isteria politica da ricovero!

L’odio del Partito Democratico Buenos Aires (il più rappresentativo per la quantità di italiani residenti in questo  paese sudamericano) verso Mauricio Macri si era già manifestato lo scorso luglio. Nella pagina di Facebook del Partito Democratico Buenos Aires si può leggere ancora oggi il comunicato distribuito a tutta la comunità italiana dell’Argentina a firma di Alfredo Llana - segretario PD Buenos Aires - che con un epico titolo “No a nome nostro”  defenestrava l’accordo tra il MAIE e il Presidente Macrí.

In quel comunicato il Partito Democratico dopo aver affermato che “Macrí non è precisamente il miglior esempio del contributo che l’emigrazione italiana fece al nostro paese (l’Argentina)” e qualificato come “la brutta copia di Berlusconi” perché senza scrupoli e senza ideologia ma  “senza la capacità né l’inventiva del Berlusconi originale”, chiariva che il sostegno del Maie alla candidatura di Macrí non rappresentava quello della comunitá italiana dell’Argentina.

Da allora fino a dicembre 2015 la pagina ufficiale del Partito Democratico Buenos Aires su Facebook è piena di propaganda contro Macrí, come l’appello del 20 novembre alla vigilia dello storico ballottaggio, fatto agli italo argentini per  non votare Macrí – perché “…ci è difficile pensare ad un’Argentina governata da Mauricio Macrí”. Appello che chiaramente la comunità italiana non ha seguito!

Basti ricordare che il compromesso ideologico di questo partito con il governo argentino era così forte che nessuna critica al governo di Cristina Kirchner era permessa ai dirigenti PD Argentina, anche quando si pesificavano le pensioni straniere e si confiscava ai pensionati italiani il 40% del valore del loro reddito. 

Conclude la nota del Pd Argentina del mercoledì, 20 gennaio: “ Il Pd sarà attento osservatore del programma del presidente Macrí giudicando di volta in volta il suo operato con senso di responsabilità ed equilibrio ben sapendo da dove lo stesso presidente Macrí sta ripartendo”.

Frutto dell’accordo elettorale con  il MAIE, il programma del Presidente Macrí da ai pensionati italiani (e quindi anche a quelli di altri paesi d’ immigrazione) la possibilità di riscuotere le pensioni italiane in Euro. E in effetti, da gennaio i pensionati italiani percepiscono il 100% del valore della loro pensione;  e dal prossimo mese tutti potranno percepirla nella moneta di origine, cioè sosta nzialmente in euro.

Ma su questo il PD tace. Non poteva essere forse questo comunicato stampa di auguri al Presidente, l’occasione  per il PD per congratularsi per la fine della pesificazione? No, neanche una parola!

Non si tratta di contraddizione, sembra piuttosto un caso di DDI (disturbo dissociativo dell’identità). Forse il DDI (disturbo dissociativo dell’identità) già chiamato in passato sindrome da personalità multipla,  non colpisce solo le persone, ma anche i partiti politici: questa è la conclusione a cui si arriva oggi leggendo questi comunicati del PD Argentina.

Gli studiosi del DDI affermano che questa malattia comporta l’incapacità di ricordare notizie personali importanti, troppo estesa per essere spiegata con una banale tendenza alla dimenticanza. Spesso le azioni, i pensieri e le emozioni della cosiddetta personalità secondar ia sono molto differenti da quelli della personalità primaria. E infatti una delle due personalità del PD dice “Così come il Pd chiede al nuovo presidente di riposizionare la statua di Cristoforo Colombo laddove è stata eretta nel giorno della sua inaugurazione” perché “rappresenta per tutti noi Italiani il simbolo italiano in Argentina, tolta per un puro capriccio”…!!!

L’altra personalità in un comunicato del 2013 (4) (5) (epoca della discussione sul trasloco del monumento) riteneva che la vicenda non riguardava "né la nostra gente, né la nostra collettività" e che " Si tratta  di un conflitto tra il governo nazionale e l'opposizione, che va inquadrato nel periodo elettorale che vive l'Argentina, nel quale é intervenuta un parte della nostra collettività stimolata da alcuni opportunisti", per finire che “ le autorità possono fare quel che vogliono col monumento a Colombo (considerato da alcuni membri di spicco del PD Argentina come un personaggio storico autore di un Genocidio...), anche se sarebbe stato meglio se avessero interpellato prima i dirigent i della collettività italiana, perché,  rappresentano gli eredi di coloro che hanno donato il monumento.

Questo cambio di atteggiamento del PD locale non sarà dovuto forse alla prossima visita dell’8 febbraio del Presidente Renzi in Argentina? Evidentemente, c’è una bella differenza tra fare veramente  e onestamente politica e fare il soldatino di partito dipendente da Roma.

Resta solo da capire quale delle due è la personalità primaria e quale la secondaria;  e siccome a nessuno giova un Partito incapace di rappresentare la comunità italiana in Argentina, ci auguriamo che ben presto qualcuno trovi la terapia giusta per ricomporre le due identità scisse del Partito democratico in Argentina.

*CGIE Argentina

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