In Argentina il tifo diventa sangue

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BUENOS AIRES «Esta es la 12» gridano a gran voce gli «hinchas» del Boca Juniors che hanno reso la loro tifoseria tra le più affascinanti e vulnerabili al mondo. Senso di appartenenza, passione e condivisione. Un marchio di riconoscimento inequivocabile, tanto da convincere il club a non produrre alcuna maglia con il numero 12: il dodicesimo uomo sono loro.

Tifosi che vivono il calcio in maniera viscerale e che rendono ogni partita uno spettacolo, sullo sfondo di un Paese che prova a rialzarsi ma che ogni giorno deve fare i conti con questioni sociali. Nelle ultime settimane a Buenos Aires si sono registrati scontri tra universitari e forze dell’ordine; operai, gendarmeria e polizia a Cordoba; assalti ai supermercati a Santa Fe. Ognuno per rivendicare i propri diritti sul sottile equilibrio tra democrazia e illegalità. Diversi gli infiltrati, anche tra le classi politiche. L’esasperazione che prende il sopravvento, la gioia che diventa dolore.

Tre tifosi hanno perso la vita negli ultimi 10 giorni. Si tratta di due hinchas del Newell’s morti una settimana fa su una strada di Rosario al termine della partita con il Lanus. Stavano tornando nella Capitale quando il loro pulmino è stato raggiunto da 11 colpi di pistola sparati da una moto guidata da un uomo con la maglia del Rosario Central. Tre i feriti. Il 12-12, giorno sacro per i supporter del Boca, un ragazzo di 18 anni è stato colpito mortalmente alla testa e al torace da alcuni proiettili partiti da una macchina, vicino la stazione Lanus a Buenos Aires. In migliaia si erano riversati per la avenida 9 de Julio per quella che doveva essere solo una festa, rovinata ben presto da lancio di pietre e lacrimogeni, vetrine infrante e saccheggi. Una ventina i feriti, quasi il doppio gli arrestati. Bloccato dalla polizia un giovane ladro: 10 anni appena e tante lacrime da versare. Massima l’allerta anche domenica 15 quando Velez e San Lorenzo si sono sfidate per il titolo di campione del torneo Inicial. Una gara delicata in uno stadio accessibile tra l’altro ai soli abbonati per questioni di ordine pubblico. Pessimi i rapporti soprattutto dopo che nel 2011 un sostenitore del San Lorenzo perse la vita per arresto cardiaco negli scontri fuori lo stadio con la polizia. Tre giornate a porte chiuse per il Velez e sfide dirette senza tifosi ospiti per entrambe le tifoserie. Nessuna eccezione. Neanche quando la regola vorrebbe un solo campione e una festa per tutti.

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Alice Lopedote

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