Il conservatore Macri che ha conquistato l’Argentina

In Argentina il conservatore Mauricio Macri ha vinto le elezioni presidenziali del 22 novembre con la promessa di aprire agli investitori un’economia oggi in difficoltà. Ha così messo fine a più di dieci anni di populismo di sinistra. Stanchi dello stile aggressivo della presidente uscente Cristina Fernández e delle sue politiche protezioniste che hanno frenato la crescita, gli argentini hanno accolto le promesse di Macri di liberalizzare la terza principale economia dell’America Latina e sradicare la corruzione.

Macri ha ottenuto il 51,4 per cento dei voti, contro il 48,6 di Daniel Scioli, suo rivale al ballottaggio ed esponente del partito al governo, un margine di vittoria minore rispetto alle attese. I suoi sostenitori si sono raccolti intorno al celebre obelisco nel cuore del quartiere dei teatri di Buenos Aires, mentre i clacson delle auto festeggiavano la vittoria. Nel quartier generale della campagna elettorale, inondato di musica latina e palloncini bianchi e azzurro cielo, Macri si è rivolto ai suoi sostenitori: “È l’inizio di una nuova era, che ci porterà verso le opportunità di crescita e progresso di cui abbiamo bisogno”.

La vittoria rappresenta un’incredibile svolta per Macri, che è stato sindaco di Buenos Aires per due mandati e solo un mese fa appariva come un candidato con pochissime possibilità di essere eletto. Il giuramento presidenziale avrà luogo il 10 dicembre.

Il risultato elettorale mette fine ai dodici anni di governi peronisti guidati da Fernández e da suo marito, il defunto Néstor Kirchner, una coppia di potere emersa dopo il clamoroso crollo dell’economia argentina tra il 2001 e il 2002.

Dipinto da Scioli come un neoliberista determinato ad anteporre gli interessi dei grandi gruppi industriali a quelli dei lavoratori, Macri è rimasto dietro al suo rivale nei sondaggi d’opinione durante tutti i mesi della campagna elettorale. Tuttavia, il mese scorso ha colto di sorpresa Scioli e il suo Frente para la victoria (Fpv), ottenendo una percentuale molto alta al primo turno. Da allora è diventato rapidamente il favorito: i sondaggi mostravano come gli elettori indecisi si stessero radunando sotto la sua coalizione Cambiemos.

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