Candidato al prossimo Pallone d’oro per una straordinaria stagione, sua e della Juventus, fino alla finale di Champions League, Carlos Tevez è tornato alle origini, innamorato dell’Argentina e del Boca Juniors. Risale a pochi giorni fa il dolce pensiero dell’Apache alla sua ex-squadra in crisi di risultati: “Soffro perché ho lasciato una parte del mio cuore a Torino, anche se alla Juve avevo ormai dato tutto e dovevo tornare qui".
Il fatto è che Tevez, dalle casse del Boca Juniors, dopo 3 mesi non ha ancora ricevuto uno stipendio nonostante i 6 punti di vantaggio degli Xeneizes sul San Lorenzo, a 3 giornate dalla fine del campionato argentino. Carlitos aveva promesso il titolo alla sua prima maglia, e con 8 gol in 13 partite ha spostato “a suo modo” tutti gli equilibri. Rinunciare a oltre metà di uno stipendio da 5,5 milioni percepiti annualmente dalla Juventus ha infine consacrato il senso di appartenenza di Tevez al suo barrio: “Un club cinese mi offriva 20 milioni all'anno ma i soldi non cambiano nulla, siamo nati nudi e moriremo nudi. Me n'ero andato 10 anni fa e mi mancava la mia famiglia, volevo dare una mano al club che amo e tornando ho conquistato la felicità", aveva poi detto nell’intervista della scorsa settimana, ospite del programma tv La Cornisa.
Perfino Diego Armando Maradona s’era esposto a tal punto da dichiarare: “Darei un braccio per poter giocare con Tevez”, ma 90 giorni senza stipendio - oltre a un litigio piuttosto acceso con l’altro guru Xeneize, El Mudo Riquelme - potrebbero rigettare il cuore al di qua della siepe. Per questo, Carlitos potrebbe vincere il titolo col Boca Juniors e cambiare aria malgrado la fiducia del presidente Daniel Angelici. E anche se un ritorno alla Juventus è un’ipotesi remotissima perché la dirigenza bianconera non ha crediti insolventi da vantare con il Boca e in rosa non ci sono più tessere extra-comunitarie, il sogno di rivedere Tevez in Serie A è di quelli ad occhi aperti. Più praticabile invece, nel caso in cui l’Apache dovesse scegliere di lasciare il Boca, la pista che porterebbe l’argentino a un’altra sua ex-squadra, il Corinthians, 10 anni dopo: “Ora non possiamo permettercelo, ma dall’anno prossimo sì”, hanno fatto sapere da San Paolo i dirigenti del Timão… E come biasimarli.