Il bel Natale di nonna “Chicha” che ha ritrovato la nipote rapita nel …

Solo ieri «Chicha» Mariani aveva scritto su Facebook: «Mia cara Clara Anahì, continuo a cercarti. Sono disposta a tutto pur di farti tornare insieme alla tua famiglia. Vieni piccola mia, ti voglio tanto bene» e oggi, l’ha riabbracciata. Erano quasi 40 anni che la cercava, precisamente dal 24 novembre 1976, quando sua nuora Diana fu uccisa ai piedi di un albero di limone, mentre fuggiva dai soldati della dittatura militare argentina, e la bimba che teneva in braccio fu presa e fatta sparire nel nulla. 

 

Maria Isabel Chorobik de Mariani, detta «Chicha», oggi ha 93 anni, è quasi cieca, ma all’epoca era una maestra di disegno con lo spirito delle donne forti. Suo marito era italiano e viveva in Italia. Suo figlio Daniel si era sposato con Diana, entrambi erano militanti del gruppo guerrigliero peronista Montoneros, in tempi in cui i generali mantenevano il Paese immerso nel terrore. Quando fu rapita, Clara Anahì aveva tre mesi. L’anno successivo, avrebbe perso anche il padre, a sua volta ucciso per le strade della stessa città di La Plata in cui era caduta anche la moglie. 

 

«Ero sicura che Clara Anahì fosse viva», ha ripetuto migliaia di volte «Chicha» in questi anni, anche se l’unico elemento certo di cui poteva disporre, era il suo istinto di nonna. Per portare avanti la propria battaglia, è partita proprio da questo. Fondò un gruppo che si chiamava «Nonne argentine in cerca dei loro nipotini scomparsi». Insieme a Estela de Carlotto, Nelida Gomez e il resto del nucleo storico, l’avrebbe trasformato nell’associazione «Abuelas de Plaza de Mayo», diventata famosa in tutto il mondo per la difesa pacifica dei diritti umani e la ricerca instancabile dei figli dei «desaparecidos», quasi sempre dati in adozione clandestina a famiglie vicine al potere militare. 

 

Dagli Anni Settanta ad oggi, «Chicha» ne ha viste delle belle. Ha seguito decine di piste false, è andata da sola a incontri in luoghi isolati dove le offrivano di comprare la bambina, salvo poi scoprire che erano tutte bugie. Ha affrontato le burle dei poteri forti argentini dell’epoca, che la rimpallavano da un ufficio all’altro senza darle lo straccio di un’informazione. Ha bussato tutte le porte possibili, arrivando fino al cospetto di un Papa e del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che dopo aver ascoltato la sua storia, pianse con lei

 

Di recente, i ritrovamenti dei nipoti sequestrati dalla dittatura sono diventati sempre più frequenti. Abuelas fa continue campagne pubblicitarie, indaga a fondo e ha creato una banca dati genetica che permette a chi dubiti della propria identità, di farsi un test. Il caso di Clara Anahì, però, sembrava impossibile da risolvere. Molti si sono dati per vinti, tranne «Chicha», naturalmente. Non le è mai passato per la testa e, stasera, passerà il suo primo Natale con una donna che non conosce affatto, ma che ha cercato per tutta la vita

Leave a Reply