I dolori del giovane… Velez: Gareca criticato dai media, dita puntate …

Ricardo Gareca, tecnico del Velez dal 2008.

Ricardo Gareca, tecnico del Velez dal 2008.

Confermarsi. Facile a dirsi. Il Velez Sarsfield del Tigre Ricardo Gareca è senza dubbio la squadra argentina che in questo scorcio di 2013 ha passato più tempo sotto la lente d’ingrandimento di media e addetti ai lavori. Gareca è il capomastro di una bottega sbarluccicante, di un mix di ingredienti con la scritta “vincenti” sull’etichetta. Ma in campionato la classifica latita, perchè dopo tre uscite ufficiali il Fortìn giace nelle ultime posizioni con soli tre punti conquistati al netto dei nove in palio che solo River Plate e Lanus hanno saputo incamerare per intero. Un Velez sprecone, soprattutto nel match casalingo contro l’Independiente perso per 1-0 e deciso da un gol bellissimo di Cristian Tula quando la ciurma del Tigre ha messo assieme una cosa come 7/8 palle gol non riuscendo a capitalizzarne nemmeno una. Così come è accaduto sabato nell’incontro della Fortaleza di Lanus, dove Silvio Romero ha schiantato il Velez imbottito di seconde linee che ancora una volta ha creato delle buone trame senza riuscire mai a scrivere un degno finale.

MUGUGNI CARTACEI - La stampa locale imputa alla società una gestione troppo blanda della rosa a disposizione di Gareca, reo – secondo i media argentini – di trattare la Libertadores con troppe riverenze che una squadra così scafata e tecnicamente valida non dovrebbe permettersi. E per foruna che all’esordio nel Finàl arrivò la vittoria della Paternàl contro l’Argentinos, paradossalmente la meno meritata e decisa da una prodezza di Lucas Pratto. Eppure Gareca fino ad oggi ha fatto bene. La sua storia passata sulla panchina della “V Azùl” è scolpita su pietra e non è il caso di rivangarla, ma ciò che è giusto puntualizzare è come questo allenatore abbia saputo rinnovare un team che negli ultimi tre anni ha dovuto vendere parecchi dei suoi campioni per incassare qualcosina e pianificare un futuro giocoforza infarcito di giovani. Addii come quelli di Santiago Silva, Juan Manuel Martinez, Maxi Moralez, Augusto Fernandez ed Hector Canteros sarebbero stati digeriti male da qualsiasi tecnico o quasi, ma non da lui che – facendo di necessità virtù – si è inventato una gestione dei giovani pazzesca, tanto da portare ad oggi ben 17 giocatori su 31 in prima squadra nati dal 1990 in poi.

CAPOLAVORI E SCOPERTE - Contro il Lanus, nella partita in cui la stampa ha dato addosso al tecnico in maniera più pesante, erano presenti tre solo tre giocatori considerati da tutti come titolari ovvero Lucas Romero, Gino Peruzzi e Fernando Tobio (quast’ultimo sostituito quasi subito per un bruttissimo infortunio) mentre gli altri otto undicesimi erano i cosiddetti rincalzi. La partita in Uruguay contro il Peñarol era troppo importante secondo Gareca, e da qui la scelta di affidarsi ai vari Allione, Sills, Giannetti, Freire, Copete e Rescaldani. Gli ultimi due sono stati particolarmente attaccati nel post partita per aver fallito in almeno quattro occasioni il gol del possibile pari, ma Gareca ha provveduto a difenderli in conferenza stampa. “I giocatori che ho in squadra sono tutti titolari per me – ha detto l’allenatore prima di partire per Montevideo – e se li faccio giocare vuol dire che mi fido ciecamente di loro”. Inoltre, oltre all’infortunio di Tobio, Gareca ha dovuto fare a meno per lo stesso motivo di Facundo Ferreyra e Lucas Pratto, i due terminali offensivi della sua sempre letale manovra. Due assenze pesanti, due macigni che giustificano i primi passi falsi stagionali.

L’IMMEDIATO FUTURO - Con sei punti e due partite da giocare in casa in Libertadores, il Fortìn può guardare con moderato ottimismo il futuro in coppa. Anche in campionato ci sono i margini giusti per migliorarsi: San Martin e Belgrano nelle prossime due potrebbero rimettere in carreggiata un Velez da sempre diesel e trasformarlo in vista di Estudiantes, River Plate, e San Lorenzo, tre match sentitissimi a livello nervoso e sugli spalti. Se in queste cinque tappe arrivassero una dozzina di punti si potrebbe dire tranquillamente dire che il gap iniziale è annullato, ergo, si può cominciare a divertirsi continuando a coltivare questa nidiata impressionante di giovani fenomeni come Romero, Allione, Giannetti, Ferreyra e Peruzzi. Il tutto con il solito timoniere dal capello lungo, meno biondo, ma non per questo meno fluente.

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