Federer-mania in Argentina

Federer-mania in Argentina

BUENOS AIRES - La tournèe da rockstar di Roger Federer in Sud America prosegue in Argentina. Dopo il Brasile, lo svizzero più famoso del mondo è stato accolto da un bagno di folla all'aeroporto di Buenos Aires.

Roger si trova in Sud America per una serie di esibizioni ed eventi che l'ha visto comparire in Brasile, l'ha ora portato in Argentina e infine lo vedrà comparire in Colombia.

Dopo aver perso contro Thomaz Bellucci, aver battuto Jo-Wilfried Tsonga e Tommy Haas di fronte al pubblico brasiliano di Rio, Roger ha affrontato Juan Martin Del Potro di fronte a circa 20.000 persone a Tigre, cittadina periferica della capitale argentina.
Ma il tennis sembra fare solo da contorno per lo svizzero, che sembra essere accolto come una divinità ovunque approdi. Prima di scendere in campo contro la Torre di Tandil, lo svizzero è stato ricevuto dal capo di stato argentino, la Presidente Christina Kirchner, che secondo i media svizzeri e argentini avrebbe anche espresso qualche apprezzamento sul fascino di Roger: «E' molto carino, ma alle donne dico: ha due bambine e una moglie...»

Le cose vanno meno bene sul campo, dove ha perso per la seconda volta in cinque partite, subendo una sconfitta per 36 63 64 da Delpo. Come sempre, Roger ha avuto parole di miele per il campione argentino, su cui scommette già da anni: «E' già tra i più forti, ora deve solo continuare a lavorare duro e rimanere sullo stesso percorso. E' stato numero 4, ora è numero 7, ma per me può essere il numero 1.»
Nell'incontro con la stampa, non poteva mancare il paragone con Maradona e Messi. Alla domanda se lui stesse al tennis come Diego e la Pulce stanno al calcio, Roger ha risposto con una risata e queste parole: «Loro usano i piedi, io le mani. No, scherzi a parte, non puoi fare un paragone. Maradona ha il suo posto nella storia, per la sua personalità, per i suoi record. Per me e Messi, è diverso. Lui è più giovane di me, ma stiamo ancora giocando, dovremo finire la nostra carriera molto bene per essere considerati come Maradona.» Roger ha poi definitivamente archiviato l'argomento con un altro sorriso: «In ogni caso, sono troppo politically correct, non ti dirò mai chi penso sia il migliore. Ma sono contento mi abbiate messo nella sua stessa categoria».

Fonte: FederTennis

Segui DiariodelWeb.it su Facebook

Leave a Reply