di Luca Pistone. Scritto il gen 14 2013 alle 7:00.
Il Regno Unito invierà ulteriori truppe, una nave da guerra e un aereo da combattimento alle isole Falkland/Malvinas per “evitare un attacco da parte dell’Argentina”.
Lo rivela il quotidiano britannico The Sunday Telegraph, secondo il quale il nuovo trasferimento di armamenti e soldati avrà luogo prima del referendum del 10-11 marzo che definirà lo status politico del cosiddetto “arcipelago della discordia”. Buenos Aires rifiuta energicamente la consultazione, sostenendo la sua sovranità sulle isole.
Inoltre, continua il Telegraph, i britannici potrebbero a breve dare “una prova di forza” con esercitazioni navali nel Sud Atlantico. Tuttavia, una fonte del ministero della Difesa britannico assicura che a nessuna unità militare sono stati impartiti ordini in questo senso.
In questo modo, il Regno Unito rafforzerebbe la sua presenza militare nell’arcipelago, dove attualmente sono assegnati 1.500 soldati, quattro aerei Typhoon e quattro navi da guerra.
La notizia arriva alcuni giorni dopo che la presidente dell’Argentina Cristina Fernández chiedesse al premier britannico David Cameron di intavolare nuove trattative sulla sovranità delle Falkland/Malvinas. Secco il “no” di Cameron, che ha ribadito che Londra “scenderà a patti solo ed esclusivamente se i kelpers (gli abitanti dell’arcipelago) dovessero dichiararsi argentini”. L’ONU intanto ha invitato il Regno Unito ad una maggiore apertura.
L’Argentina invase nel 1982 il piccolo arcipelago del Sud Atlantico, rivendicandone la sovranità. Nel conflitto, durato 74 giorni, morirono 255 soldati britannici ed oltre 650 argentini. Negli ultimi mesi il Governo argentino è tornato ad avanzare i propri diritti sulle isole, denunciando la sottrazione dei propri territori e, soprattutto, delle risorse energetiche e ittiche delle acque territoriali collegate a quei territori.
Fatta eccezione per la breve presenza argentina nel 1982, il piccolo arcipelago – abitato da 3100 persone tutte di discendenza inglese e al centro di ricchi giacimenti di petrolio e gas – è territorio oltremare britannico dal 1883, anno in cui vennero cacciate le autorità argentine. Gli inglesi mantengono nelle isole un contingente di un migliaio di soldati.
Gavin Short, presidente dell’assemblea legislativa delle isole, vede nel referendum un mezzo “per mostrare al mondo quanto gli abitanti delle Falkland desiderino rimanere un territorio d’oltremare del Regno Unito (…) Non abbiamo mai espresso il desiderio di essere governati da Buenos Aires”.