Falkland, guerra nelle urne. Si vota sullo status delle isole – Online

Trentuno anni dopo, la guerra per le Falkland che oppose l’Argentina dei militari alla Gran Bretagna di Margaret Thatcher si sposta nelle urne. Gli abitanti delle isole – l’arcipelago dell’Atlantico Sud tuttora territorio britannico che Buenos Aires rivendica come isole Malvinas – hanno cominciato oggi a votare in un referendum sullo status dell’arcipelago. Ma il risultato appare scontato: non a caso il premier britannico David Cameron ha benedetto la consultazione, mentre Buenos Aires considera la votazione illegale, liquidandola come ”un’azione di propaganda”. Poco meno di 1700 elettori – su una popolazione totale di 2841 persone (secondo un censimento dell’anno scorso) – possono rispondere ”si”’ o ”no” alla domanda ”Desidera che le isole Falkland mantengano il loro status attuale di Dipendenza d’Oltremare del Regno Unito?”. Due seggi elettorali sono aperti oggi e domani nella capitale del territorio, Port Stanley, e nella localita’ di Goose Green, mentre seggi mobili percorreranno le aree piu’ disabitate e remote delle isole. Cameron ha dichiarato il suo appoggio agli isolani in un breve editoriale pubblicato oggi sul tabloid popolare Sun, nel quale ha ricordato i 225 morti britannici durante la guerra scatenata dall’invasione argentina dell’arcipelago nel 1982, sottolineando che ”non scorderemo il loro sacrificio”. ”Oggi gli abitanti delle Falkland fanno sentire la loro voce attraverso un referendum. L’Argentina puo’ continuare ad atteggiarsi, minacciando i pescherecci, rivendicando che le isole appartengono a loro, cercando di dissuadere coloro che commerciano con le isole e di soffocare le risorse degli isolani. Ma finche’ gli abitanti delle Falklad vorranno essere britannici, noi saremo sempre li’ per proteggerli. Su questo possono contare sulla mia parola”, ha scritto il premier. A Buenos Aires, nel frattempo, un gruppo di senatori bipartisan ha chiesto che la camera alta del Parlamento argentino si riunisca un una sessione speciale per varare una dichiarazione contro il referendum che si sta svolgendo nelle isole contese, che Daniel Filmus, presidente della commissione Esteri, ha definito ”una nuova azione pubblicitaria inventata dal Regno Unito”. Nella sessione speciale del Senato dovrebbe essere approvata una dichiarazione nella quale si afferma che il referendum ”non ha nessun fondamento o validita’ nel diritto internazionale, giacche’ e’ contrario a tutte le risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Comitato di Decolonizzazione delle Nazioni Unite”.

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