E’ un Messi stratosferico Uruguay travolto per 3 a 0

"Benvenuti, preparatevi a ballare", recitavano i cartelloni pubblicitari per le strade di Mendoza prima della sfida contro l'Uruguay. E di ballo si effettivamente trattato, ma la comitiva uruguaiana non si affatto divertita. Allo stadio Malvinas Argentinas infatti andato in scena l'ennesimo show personale della Pulce, che nel primo tempo ha preso le misure agli avversari, per poi stenderli nella ripresa con due magie che portano il suo bottino in maglia albiceleste a quota 30 reti, appena 4 in meno rispetto a Maradona. L'Uruguay ha retto a fatica nel primo tempo con 5 "italiani" in campo, ma nel secondo tempo crollato davanti a un'Argentina incontenibile. Strada spianata verso Brasile 2014 per la Seleccion di Sabella, prima nel girone sudamericano con 17 punti in 9 partite. Mentre si complica il cammino dell'Uruguay, adesso 4 insieme al Cile a 5 punti dalla vetta.

PRIME AVVISAGLIE
Sono bastati 10 minuti per capire che quella di Cavani e soci sarebbe stata una serata di sofferenza. I padroni di casa partono subito forte, con un netto dominio del possesso palla e un paziente lavoro ai fianchi della difesa uruguaiana, soprattutto grazie al buon lavoro sulla fascia sinistra con un Di Maria ispirato e un Rojo sempre pronto a proiettarsi in avanti. La prima conclusione verso la porta difesa da Muslera arriva al 18' grazie a Di Maria, ben servito da Messi dopo aver fatto fuori due avversari al limite dell'area, ma l'ex portiere della Lazio blocca senza problemi. Lo show di Messi inizia appena un minuto dopo, quando il fuoriclasse del Barcellona si beve tre avversari in dribbling, penetra in area uruguaiana e lascia partire un sinistro a giro che scavalca Muslera prima di scheggiare la traversa e spegnersi sul fondo. Alla mezz'ora ancora la Pulce a far tremare la difesa celeste con una punizione velenosa che Muslera smanaccia a fatica in calcio d'angolo. Irriconoscibile l'Uruguay, che prima di andare al riposo si affaccia solo due volte dalle parti di Romero, prima con Cavani, che spara a lato dal limite dell'area, e poi con Suarez, che lascia partire un destro troppo centrale per impensierire il portiere della Sampdoria. Si va al riposo sullo 0-0, ma la sensazione che l'Argentina possa sfondare da un momento all'altro.

La punizione di Messi con Cavani che salta in barriera. Afp
La punizione di Messi con Cavani che salta in barriera. Afp

URAGANO MESSI
Sensazione che si concretizza a met ripresa nonostante la ghiotta occasione fallita da Higuain, unica nota stonata nella perfetta sinfonia albiceleste. Il tripudio della tifoseria locale esplode al 65', quando Messi triangola con Di Maria e supera Muslera anticipandolo in scivolata. Tabarez non riesce a scuotere i suoi, che si fanno schiacciare a ridosso della propria area mentre Suarez resta isolato in avanti e Cavani (uno dei pochi a guadagnarsi la sufficienza insieme al palermitano Arevalo Rios) viene sacrificato sulla fascia sinistra come centrocampista avanzato. Il raddoppio argentino arriva dieci minuti dopo con Aguero, che deve semplicemente spingere in porta un cross rasoterra di Di Maria che mette fuori gioco tutta la difesa celeste, Muslera compreso. Trascorrono appena 5 minuti e la Pulce piazza un colpo geniale in perfetto stile Pirlo, con una punizione calciata rasoterra che inganna la barriera e gonfia la rete avversaria per la terza volta, mentre il pubblico argentino grida a squarciagola il suo nome. Gli ultimi minuti, con un Uruguay ormai al tappeto, pura accademia, con gli "ol" che piovono dagli spalti a sottolineare la prolungata serie di passaggi dei padroni di casa.

TUTTI AI PIEDI DELLA PULCE
"L'importante stato vincere e regalare una serata di gioia al nostro pubblico", ha detto a fine partita il protagonista della serata, a cui lo stadio ha riservato una standing ovation al fischio finale. "Giocare con Messi un privilegio, semplicemente unico", ha dichiarato Mascherano, mentre Sabella ha ammesso di fare fatica a trovare ancora aggettivi per definire la grandezza della Pulce, "sarebbe il caso di coniare qualche termine nuovo, perch non c' nessun giocatore al mondo capace di fare ci che lui fa con una naturalezza incredibile". Dopo una serata del genere, il 10 in pagella che la stampa argentina gli ha attribuito quasi all'unanimit sembra quasi andargli stretto.

Radamel Falcao, 26 anni. Reuters
Radamel Falcao, 26 anni. Reuters

LA COLOMBIA VOLA CON FALCAO
A un punto dall’Argentina si trova adesso la Colombia (in coabitazione con l’Ecuador), grazie al successo casalingo contro il Paraguay, a cui restano ormai ben poche speranze di qualificazione. A Barranquilla decide il “Tigre” Falcao con una doppietta capolavoro. La prima rete del centravanti colombiano arriva al 51’, con uno splendido sinistro dopo un dribbling in area avversaria che fa fuori il diretto marcatore. Il raddoppio un mix di tecnica e potenza: l’attaccante dell’Atletico Madrid penetra in area, resiste al ritorno di due difensori e supera Barreto con un sinistro preciso che chiude i giochi nei minuti finali. Con 16 reti negli ultimi 13 incontri, il “Tigre” continua a mantenere una media realizzativa pari a quella di Messi e Ronaldo, e grazie alle sue reti la Colombia si avvicina sensibilmente ai prossimi Mondiali

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