Mentre nel nostro piccolo mondo antico, la differenza la fanno i Paesi Bassi, la penisola Scandinava e quella Iberica, dove le unioni omosessuali sono equiparate a tutti gli effetti
E due. Anche il parlamento dell’Uruguay ha approvato le nozze per le coppie omosessuali; la norma, ad essere pignoli, è valida solo per i residenti, e non per coloro che cercano una “terra promessa” in cui coronare il sogno di una vita. Il precedente è quello dell’Argentina, che dal 2010 ha dato la possibilità a persone dello stesso sesso di unirsi in matrimonio.
L’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che il progresso economico raramente va di pari passo con quello sociale. La lezione alla vecchia Europa arriva da uno dei cosiddetti paesi “in via di sviluppo”, da un Sudamerica che attraverso un gigantesco boom sta in questi anni colmando il gap dalle grandi potenze che tradizionalmente l’ha sempre contraddistinto, non solo dal punto di vista economico, ma anche di benessere e vivibilità.
Nel nostro piccolo mondo antico, la differenza la fanno i Paesi Bassi, la penisola Scandinava e quella Iberica, dove le unioni omosessuali sono equiparate a tutti gli effetti; nella parte centroeuropea si è arrivato all’approvazione delle unioni civili. Ma esistono ancora zone franche dall’avanzata del tempo: in Polonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, solo per citarne alcuni, questo tipo di unione è ancora considerato illegale, in barba a tutte le lotte e le battaglie degli ultimi anni. Senza dimenticare, la nostra vecchia, amata Italia: il sentimento popolare comincia a risvegliarsi da un lungo intorpidimento solo in questi ultimi anni, e senza aver raggiunto risultati degni di nota. La Corte Costituzionale, nel 2010, ha disposto che “le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio". Fino ad allora non si era neanche entrati nell’argomento. Il primo grande shock è recente, dell’anno scorso: la Cassazione, nel marzo 2012, ha stabilito che la coppia omosessuale è “titolare del diritto alla vita famigliare come qualsiasi altra coppia coniugata formata da marito e moglie”, pur ammettendo che la legislazione italiana non prevede l’uguaglianza di diritti.
La verità è che la fine di questa storia è ancora lontana: l’opposizione del mondo più conservatore, fino ad ora, non ha lasciato spiragli di apertura verso una virata in senso progressista.
Osservando ciò che capita nel mondo intorno a noi, è però moralmente giusto, o perlomeno questa è la nostra opinione, fare una semplice considerazione: non si tratta più di decidere se la nostra è un’ottica religiosa o no, non è più il tempo di aggrapparsi a dogmatiche posizioni di totale rifiuto. La realtà intorno a noi ci manda continuamente messaggi da un sistema sempre più in espansione e sempre meno legato a superstizioni e credenze; e allora diventa intellettualmente onesto, e in fin dei conti persino semplice, ammettere che tutti siamo uguali; che tutti abbiamo il diritto di amare, chi e come preferiamo; che in campo affettivo non c’è nessuno tra di noi che ha il diritto di stabilire cosa sia giusto o sbagliato nei confronti degli altri. E che non esisterà un paese civile senza che due persone, al di là del loro sesso, possano baciarsi liberamente senza venire additati e bollati come “diversi”. L’opinione pubblica in parte si è già mobilitata; qualche dato: una statistica del 2009 riscontra che il 52,5% della popolazione ritiene l'amore omosessuale da equiparare a quello eterosessuale, il 33,3% sostiene invece che l'omosessualità debba essere tollerata tanto quanto non debba essere ostentata, mentre il 9,3% la definisce immorale.
Ma sostanzialmente, viene da pensare che se ancora oggi non si è fatto alcun progresso in questa direzione, è perché pochi hanno il coraggio di scontrarsi con un mondo così profondamente radicato in Italia, come quello cattolico. E allora si accetta la discriminazione, i pestaggi sempre tristemente frequenti, e il falso perbenismo di chi si professa aperto al cambiamento e nel suo piccolo invece si nutre di indifferenza e qualunquismo.
Quello in cui noi crediamo è un'idea di Stato che dia pari opportunità a tutti, senza badare a differenze etniche, religiose o sessuali. Dove chiunque possa avere le stesse possibilità alla partenza e dove, soprattutto, ciascuno di noi si senta libero di poter esprimere se stesso, a partire dai propri sentimenti.
O almeno, questo è quello che pensiamo noi. E voi? Quali sono le vostre idee in proposito? Per commenti, correzioni e risposte: autaut@targatocn.it