TERMOLI. Il Presidente Frattura è stato sollecitato, tramite l’Ambasciata argentina a sostenere la campagna per i diritti umani portata avanti dalle donne di Plaza de Mayo con l’iniziativa di ricerca dei propri congiunti perseguitati da quella dittatura. L’Ambasciatore aveva colto l’occasione dopo di essere intervenuto a Palazzo Vitale, quale gradito ospite, per discutere di questioni di cooperazione. Le persone che in quel Paese non rispondono all’appello sono ben 500 e contano tra i 30 ed i 38 anni. Si presume che possano trovarsi un po’ dovunque, magari anche in Molise.
Naturalmente occorre plaudire alla disponibilità dimostrata dalla maggiore Autorità amministrativa molisana. Ma, nel contempo, sarà bene ricordare che – sia pure per motivazioni non politiche quanto piuttosto personali – anche la ventesima regione è rimasta afflitta da un consistente numero di individui che, da un giorno all’altro, non hanno dato più contezza di sé. Ricordate quando il Procuratore della Repubblica di Larino Magrone dichiarò di volere procedere alla ricognizione della salma del fisico termolese Quintino De Notariis? Pensò di farlo perché il prefato era rimasto collegato alla vicenda dello smaltimento dei fusti radioattivi di Castelmauro; e la storia fu ripresa non solo dai quotidiani nazionali quand’anche da “Striscia la notizia”. I toni furono tali da far assumere ai contorni della storia una connotazioni misteriose. Rimanendo sempre in tema di fatti recenti, fu ancora l’Ufficio del citato magistrato a sostenere la pubblica accusa pure nell’affaire-Di Paolo, il giovane di Larino scomparso inopinatamente, ma ritenuto essere stato ucciso senza che però ne sia stato ancora rinvenuto il cadavere. Le due vicende fanno venire in mente quelle di tanti altri soggetti scomparsi nel nulla in terra di Molise non facendo più rinvenire traccia alcuna di sé. Così la pubblica opinione ha finito con il meditare in ordine al mistero che avvolge certe vicende che, peraltro, concretano un fenomeno statisticamente in continua lievitazione.
Tanto è vero questo che, da tempo, il Ministero dell’interno si è dato un Ufficio per censire persone scomparse e cadaveri non identificati, dando la caccia ai “dimenticati” che – se in Molise sono poche diecine – in Italia (dal 1974 ad oggi) ammontano ad oltre 40mila, soprattutto infradiciottenni; questi ultimi più stranieri che Italiani. Per le ricerche vengono contattati gli Istituti di medicina legale, le ASL, i Comuni ed i Presidi ospedalieri. In tal modo il Ministro viene posto nella condizione di conoscere la posizione di centinaia di cadaveri non identificati, giacenti negli obitori, e si ricostruisce la vita, la morte ed i “miracoli” di tanti soggetti, fatta eccezione per Nicola Di Paolo che scomparve nel nulla il 20 luglio del 2007. Naturalmente le speranze ch’egli sia ancora vivo sono ridotte a zero. Il giovane, quando se ne perdette ogni traccia, aveva appena 42 anni.
A parte il caso di Larino, il silente lavoro dell’Ufficio di Polizia romano ha portato a constatare, e ad inquadrare nella sua giusta dimensione, il primato italiano di chi scompare senza lasciare orme, magari dopo di avere pianificato meticolosamente la propria fuga ed essersi data una nuova identità. Gli esperti dicono che la molla che fa scattare il desiderio di sparire è la voglia di cambiamento supportata da spinte interiori che mettono in discussione la famiglia, il lavoro, lo stato sociale e finanche le proprietà ed i beni. Davanti ad un caso di sparizione la psicologia investigativa si pone una serie di domande: 1) la fuga è volontaria o si tratta di un rapimento; 2) il fuggitivo dove può essere andato; 3) come potrà atteggiarsi nel nuovo ambiente. Qualche Autore ha descritto, passo dietro passo, come sia possibile scomparire con successo senza essere più ritrovati. Innanzitutto, occorre decidere razionalmente dove andare, scegliere una mèta, cominciando ad immaginare i luoghi verso cui ci si vuole dirigere. Ma, se si ritiene che sia importante starsene sufficientemente lontani da dove si è sempre vissuti, preliminarmente occorre staccarsi da ogni contatto, pur senza creare sospetti. Di poi bisogna liquidare sistematicamente ogni bene posseduto e procedere accortamente a falsificare la propria identità. (Claudio de Luca)