ARGENTINA -
E’ ancora alle battute iniziali la nuova edizione della Dakar per le moto iniziata con il prologo a Capodanno tra Buenos Aires e Rosario, in Argentina. Ma uno dei piloti bresciani in corsa e che ambisce alla vittoria, il lumezzanese Alessandro Botturi, si sta già distinguendo. La prima tappa, quella fino a Rosario dalla capitale argentina è stata tranquilla, con il trasferimento di 200 chilometri per arrivare alla breve crono di 11 km e poi riprendere la strada per Rosario, macinando altri 120 km. La micro speciale è servita ai piloti per ambientarsi al terreno e disperdere le tensioni accumulate. La sessione è servita a determinare la graduatoria di partenza della prima vera tappa della Dakar che si è svolta tra sabato e ieri.
Le 136 moto, 111 auto i 45 quad e i 55 camion hanno fatto bella vista nel parco chiuso prima della partenza dal podio di Tecnopolis. Niente sfilata, quindi, per le vie del centro per questa edizione, a causa delle imminenti elezioni politiche e l’organizzazione ha deciso di non sfilare sotto il podio a Plaza de Majo, ma di partire direttamente dalla zona del parco chiuso. Molta gente si è assiepata lungo il percorso che ha portato i piloti nella breve speciale intrapresa dal primo per poi arrivare al bivacco di Rosario. E al termine del prologo Botturi era già raggiante. “Ottima l’undicesima posizione – aveva detto – questo mi permetterà di partire in una buona posizione. Finalmente abbiamo lasciato a Buenos Aires le tensioni e si inizia sul serio.
La moto funziona a meraviglia e io sto davvero bene, speriamo che il tempo regga il più possibile”. Nella seconda tappa che si è corsa fino a ieri l’ordine di partenza vedeva lo spagnolo Joan Bort Barreda al primo posto, i portoghesi Ruben Faria ed Helder Rodrigues rispettivamente al secondo e terzo, il francese Adrien Van Beveren al quarto, il transalpino Michel Metge al quinto e Botturi all’undicesimo. La tappa tra Rosario e Villa Carlos Paz è stata di 632 km, tra cui 227 km cronometrati e da Villa Carlos Paz a Termas de Rio Hondo di 786 km, di cui 450 di prove speciali lunedì 4 gennaio. Nella prima, si è partiti a 1.000 metri d’altitudine, molto tecnico e con fondo duro. Poi il terreno è diventato scorrevole e sabbioso.
La tappa è stata accorciata a causa delle forti piogge, con l’australiano Price e il portoghese Faria alternati alla testa della classifica per tutta la giornata, dando poi lo scettro a Price per soli venti secondi. Alessandro Botturi ha tenuto un ritmo regolare viaggiando tra l’ottava e la dodicesima posizione, cercando di non rischiare e rimanendo in scia. L’arrivo nella cittadina termale di Termas de Rio Hondo, a 265 metri di altezza, attraversata dal Rio Dulce e sulla rive del bacino del Rio Hondo, nella provincia di Santiago del Estero, ha dato fine alla giornata. “Sono partito bene e senza spingere oltre – ha commentato Botturi dopo la prima tappa – stavo risalendo senza forzare. Peccato sia caduto malamente verso la fine della speciale, su un tratto in asfalto a velocità controllata (90 km). Colpa mia, stavo guardando le note successive, c’era un’indicazione a breve distanza e con la fretta ho girato e pinzando con l’anteriore sono caduto malamente quasi senza accorgermene.
Ho picchiato il braccio e il polso si è storto, mi fa male anche se ho guidato ancora per 40 km di speciale e più di 300 di trasferimento, sino al bivacco. Mi hanno fatto un’ecografia e per fortuna non risulta nulla di grave. Di forza ne ho, ora impacchi di ghiaccio e denti stretti. Domani si riparte”. La classifica provvisoria vede Toby Price al primo posto, Ruben Faria al secondo, Stefan Svitko al terzo e Botturi al dodicesimo posto.