<!-- -->
Protagonista oggi della puntata di Drive Inter è Pablo Carrizo, arrivato dalla Lazio nell’ultima sessione di mercato.
“Sono diverso da quando giocavo in Argentina” – racconta – “ho imparato a capire i miei errori. Quando sono arrivato in Italia, avevo un modo di vedere il calcio diverso, a volte contraddicevo quello che gli altri mi dicevano. Poi si cresce e si impara ad accettare le critiche. Devo ringraziare anche la mia famiglia se sono cresciuto e cambiato”.
“I miei inizi? Avevo sei anni. E’ stato tutto un grande sogno, non pensavo di diventare un professionista, poi quando vai avanti capisci che può diventare il tuo mestiere. Fino a 13 anni giocavo a Santa Fè, poi sono andato a Buenos Aires. Sempre stato portiere, mi piaceva da piccolo buttarmi per terra. Il mio primo mister quando mi chiese in che ruolo giocavo non ricevette risposta, fu mia mamma a parlare per me e disse portiere. Fino ad 11 anni però volevo stare davanti, ho fatto 4 gare da attaccante. Poi mio padre mi consigliò di diventare portiere“.
Il suo arrivo in Italia: “Il periodo di adattamento per uno straniero, specie per i portieri è fondamentale. Ho capito subito che qui ci sono scuole dove gli aspetti tecnici di questo ruolo sono molto curati, in Argentina si punta più sull’istinto. I metodi di Alessandro Nista? E’ uno che cura i dettagli, ma che ti dà una grinta incredibile. Lui, come altri preparatori in Italia, lavorano con idee comuni. Ti danno qualcosa in più per migliorare, questo mi piace. Un portiere può sempre migliorare e soprattutto in una società come questa, con predecessori come Julio Cesar e gente come Handanovic, diventa un dovere allenarsi per crescere. In questo momento devo solo capire qual’è la situazione e poi Samir sta facendo davvero benissimo”.
Il passaggio all’Inter: “Alcuni dei giocatori li avevo visti in Nazionale, sapevo che gente fosse e che potevo entrarci in sintonia. La società è molto precisa, ti aiuta sempre, rispetta le tue necessità e ti permette di lavorare e impegnarsi tanto. Non ho mai avuto un adattamento così veloce e felice“.
Si parla di Zanetti: “E’ rimasto sempre lo stesso, per arrivare ai suoi livelli, alla sua età, bisogna avere uno stile di vita molto preciso. E’ un esempio di professionalità, un uomo da guardare per chi vuole continuare a fare questo mestiere. Poi ti dà consigli come amico, penso sia davvero un grandissimo uomo“.
Poi conclude: “Posso ancora migliorare tanto, ad esempio Nista mi dice sempre che devo imparare a bloccare la palla, anzichè respingerla. Il mio debutto? Sono pronto, sarà qualcosa di importante. San Siro è uno stadio che ti fa sempre un grande effetto, sai che ci hanno giocato grandi campioni e speri sempre di diventare come loro“.
<!-- -->