Si muove anche sulle spalmature dei contratti e sui rinnovi il calciomercato dell’Inter. Ma se c’è chi non intende rinunciare ai soldi promessi e valuta altre situazioni, c’è chi come Cambiasso sogna di rimanere interista a vita. Il centrocampista si confessa ad una rivista argentina – come si legge su Fcinternews – in cui parla di tutto, dalla colonia sudamericana dei nerazzurri al rapporto con Moratti. Si parte proprio dal feeling del presidente con gli argentini: “Credo che in Italia, in generale, i giocatori argentini siano molto considerati. L’Inter ha una storia particolare con gli argentini, a partire da Helenio Herrera, l’allenatore della ‘Grande Inter’. Con il tempo, forse la nostra è potuta diventare la seconda ‘Grande Inter’. Nell’Inter di Herrera c’era Angelo Moratti, il padre di Massimo, che aveva 18 anni ed è cresciuto con una squadra cn un tecnico argentino. Questo ha influito. Come anche è stato decisivo il fatto che Zanetti sia stato il primo acquisto della sua gestione. Se Pupi avesse fatto male, per gli argentini venuti dopo sarebbe stato più difficile. Poi, credo che sia stato merito di tutti, siamo piccoli ambasciatori del nostro paese. Com’è Moratti? “Sta con la squadra un allenamento alla settimana. Viene a vedere l’allenamento o a mangiare con la squadra. E’ molto vicino ai giocatori, cerca sempre di essere presente, soprattutto quando uno ha problemi non legati al calcio. La cosa che più mi ha impressionato è la sua umiltà, non comune in questo ambiente. Soprattutto considerando che non è solo il presidente, ma anche il proprietario del club. L’umiltà si vede nel modo in cui tiene l’autorità, di cui non abusa mai. Ti parla sempre con belle parole. Si arrabbia, come tutti, ma non l’ho mai visto mancare di rispetto a qualcuno”. Sul suo futuro Cambiasso non ha ancora deciso dove smetterà di giocare ma un sogno ce l’ha: “Ora non ho scadenze, uno deve vedere come si sente, che possibilità ha, cosa vince e fare un bilancio. Tornare in Argentina? Questo non si sa mai. Non è nei miei programmi, ho un anno e mezzo di contratto con l’Inter, però il calcio è mutevole, se dipendesse da me chiuderei la carriera nell’Inter. Io l’erede di Zanetti? E’ più probabile che Pupi smetta dopo di me. I giocatori passano e lui continua a giocare nell’Inter-. E’ soprannaturale. La cosa più sorprendente non è tanto quanto corre in partita e negli allenamenti, cioè moltissimo, ma la sua velocità di recupero. Quelli che studiano queste cose assicurano che in questo campo non ha rivali“.