Calcio: Vigor, intervista all’attaccante argentino Lucas Longoni

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Lamezia Terme, 2 febbraio - Lucas Longoni non è certo il primo argentino a vestire la casacca biancoverde. Prima di lui si ricordano, in ordine cronologico, i vari Nigro, Galetti, Castillo e Ciminari. Quattro calciatori rimasti, chi più chi meno, nei ricordi dei tifosi lametini. Per caratteristiche tecniche e di ruolo, Longoni può essere accostato maggiormente ai primi tre, anche se solo i più attempati ricorderanno le gesta di Nigro. Decisamente più vivi, e recenti, i ricordi lasciati dai due centravanti che han fatto le fortune realizzative della Vigor gestione Cantafio-Gaetano, l’uno (Galetti), e di quella Mercuri, con Boccolini allenatore, l’altro (Castillo). “In queste settimane – ci ha confidato l’ex fantasista di Catanzaro, Triestina e Siracusa – ho avuto modo di vedere alcuni giornalini di qualche anno fa, rimanendo molto impressionato dalle statistiche relative ai gol fatti da Castillo con la Vigor”. Per Longoni, l’Italia è ormai diventata la sua seconda patria. “In Argentina ho fatto il settore giovanile in una società allora militante in serie A e poi retrocessa in B. Successivamente ho avuto la possibilità di venire in Europa e sono molto contento di essere ancora qui dopo ormai sette anni”.In Italia la sua carriera calcistica ha sicuramente avuto nell’annata trascorsa a Catanzaro il punto di svolta. “A livello personale è stata molto positiva, essendomi trovato benissimo  calcisticamente parlando. Poi sapete tutti com’è invece andata a finire la stagione della squadra. Devo però ringraziare l’ambiente di Catanzaro, avendomi fatto conoscere e quindi permessomi di approdare a Trieste in serie B”.

Con gli alabardati qualcosa non è però andata per il verso giusto. “Mi sono ritrovato a giocare in un ruolo che non faceva per me, la punta centrale in un 4-4-2. Posizione e modulo non adatti alle mie caratteristiche, visto che penso di riuscire ad esprimermi al massimo da attaccante esterno o trequartista. Giocare in una categoria importante qual è la B, già non è semplice, figuriamoci in un ruolo per il quale non ti senti portato. A Siracusa, invece, abbiamo provato un po’ tutti i moduli, anche se quello che ha reso di più, risultati alla mano, è stato il 4-2-3-1”. Un campionato di ben altro spessore, quello disputato con la maglia aretusea. Eppure, nonostante le 28 presenze condite da 7 segnature, il fantasista nato a Esperanza il 30 giugno del 1985 è rimasto a guardare per l’intero girone d’andata, dopo non aver trovato l’accordo col Sorrento. “Ho pensato anche di smettere di giocare a calcio. Tant’è che ad un certo punto me ne sono tornato nel mio paese dove mi sono rilassato un po’ e consultato con la mia famiglia che ringrazio per essermi stata vicina, convincendomi a prendere una decisione sapendo con quanta passione faccia questo lavoro. Ormai sono qua, comunque, per cui pensiamo positivo”.

Un corteggiamento, quello fattogli dal sodalizio vigorino, che andava avanti da tempo.  “In effetti – conferma Longoni - è dall’anno scorso che seguivo la Vigor Lamezia, essendo convinto di doverci venire a giocare prima o poi. Non nascondo di aver ricevuto qualche altra richiesta a dicembre, però, dopo aver fatto delle valutazioni personali, ho scelto la Vigor anche perché mi sono accorto che mi voleva fortemente. Se ho deciso di scendere di categoria, quindi, è proprio per il forte interesse dimostrato nei miei riguardi. Se penso di restare anche il prossimo anno? Nel calcio purtroppo non c’è mai niente di certo. La scorsa stagione, ad esempio, ho fatto bene a Siracusa ma poi, come sapete, in estate è fallita la società. Per il momento, quindi, concentriamoci su questo campionato. Ci sarà poi tempo di pensare al futuro dopo averne parlato con la dirigenza. Qui mi sto trovando benissimo con tecnico, compagni e società. Essendo reduce da sei mesi di sostanziale inattività e nei quali mi sono allenato per conto mio, appena arrivato a Lamezia col mister abbiamo stilato un programma specifico di lavoro per il sottoscritto, e piano piano sto tornando in condizione”. Come dire che ormai s’intravede uno stato di forma accettabile. “Ritengo di esser già migliorato tantissimo. D’altro canto, allenarsi da soli non è mai la stessa cosa che farlo, e giocare, con una squadra. L’intensità è molto maggiore e sto mettendo sempre più minuti nelle gambe”. Da Longoni l’intero ambiente adesso si aspetta quei gol, o comunque giocate vincenti, sinora arrivati col contagocce. “Me lo auguro visto che la gioia del gol manca tanto pure a me, addirittura dalla passata stagione”. La sua presenza in campo, nell’atteso match col Poggibonsi, è tuttavia in forse a causa della leggera distorsione alla caviglia accusata nel corso dell’amichevole di giovedì pomeriggio contro il Sersale.

 

Ferdinando Gaetano

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